«Veronesi ha dato via libera al nucleare? Si occupi di medicina. La Fisica è altra cosa»
di Maurizio Pagliassotti
Liberazione del 25/05/2008
Nel convegno che si è svolto ieri a Torino sullo scottante argomento dell'energia, il focus dell'attenzione doveva essere centrato sul piano che la Regione Piemonte ha battezzato "Uniamo le energie", ovvero un progetto strategico che prevede 20% di riduzione del consumo energetico, 20% di riduzione delle emissioni di gas serra, 20% di passaggio a fonti di energia alternative e rinnovabili, da raggiungere tutti insieme entro il 2020. Due giorni di incontri e studio ma anche di festa (questa per sensibilizzare i giovani a cui - così ormai pensano tutti - se non dai un po' di intrattenimento non li trascini sugli argomenti seri).
Ospite d'onore il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia che nell'idea degli organizzatori non avrebbe dovuto occuparsi delle recenti scelte del governo Berlusconi in tema di energia. E invece tutto è stato rivoluzionato perché Rubbia è stato assediato da domande riguardanti il nucleare e la prossima costruzione di nuove centrali, con immenso e ben esternato fastidio di Mercedes Bresso, padrona di casa.
Rubbia è stato un fiume in piena, ha spaziato dalla scienza alla politica, il tutto con eleganza, infiocchettando anche gli attacchi più duri.
Come quando gli abbiamo posto la domanda riguardante il via libera al nucleare, «inevitabile e non pericoloso», dato dal professore divo Umberto Veronesi.
«Il professor Veronesi, che stimo come medico e come ministro, di cosa si occupa? Di oncologia, e lo fa anche bene. Io non mi occupo di cancro e non ne parlo. Continui a dedicarsi a questo settore e lasci ambiti scientifici e tecnici come il nucleare agli scienziati che hanno passato anni a studiarli... Sono argomenti delicati che necessitano di conoscenze approfondite. Definire quale sia il grado di rischio rispetto al nucleare è estremamente difficile. In genere c'è sempre molta gente che esprime punti di vista senza averci pensato».
In maniera molto garbata Rubbia risponde a Veronesi dicendogli di occuparsi di ciò che conosce e basta. Anche la presidente della Regione, Mercedes Bresso ha convenuto con il professor Rubbia: «Ecco Veronesi si occupi di cancro e basta», ha mormorato stizzita e si è detta contraria all'apertura di nuove centrali sul territorio piemontese.
In mattinata il sindaco Chiamparino era stato più possibilista: «Dipende, è un argomento complesso».
Professore, le esternazioni politiche di questi giorni sono solo slogan oppure soluzioni tecnologiche fattibili?
Io credo che il politico senza lo scienziato sia cieco. Il politico oggi non può pensare di capire e risolvere da solo questi problemi. Quando un uomo è malato va dal miglior medico che può trovare, non da uno stregone. E' chiaro che se vengono ascoltati gli stregoni e non gli scienziati non si troverà la soluzione migliore. Si deve quindi dire che non tutte le persone sono uguali perché ci sono quelli che le cose le capiscono e altri invece no. Dobbiamo sviluppare la vera scienza.
Il governo sostiene che il ritorno al nucleare sia un interesse nazionale, lei cosa ne pensa?
E' un problema molto più complesso. E' una questione su cui riflettere con grande serietà e calma. E' possibile che sia la soluzione giusta, ma prima dobbiamo fare un'analisi approfondita. Però molte delle cose si stanno dicendo sono boutade, cose campate in aria, frasi figlie della sbornia post vittoria elettorale. Il momento della verità dovrà emergere e allora si valuteranno anche gli aspetti negativi di queste scelte.
Il futuro dell'energia atomica è legato all'uranio?
Per produrre un gigawatt del nucleare attuale occorrono 200 tonnellate di uranio, mentre per la stessa energia occorre una tonnellata di torio. In più, con il torio non si può costruire la bomba atomica e, in questo modo, si risolverebbe anche il grande problema del nucleare militare. Il torio è un metallo reperibile in natura e lo sviluppo tecnologico per il suo utilizzo non è così lontano, è fattibile tra non molto tempo. Per risolvere il problema energetico ci sono due soluzioni: l'energia solare e il nuovo nucleare. Sono convinto che l'intelligenza degli uomini riuscirà a risolvere anche il problema dell'energia grazie alla ricerca.
Il nucleare ha un futuro o verrà soppiantato dalle energie alternative?
Se mi si domanda se tra 300 anni ci sarà ancora il nucleare, la risposta è sì, ma sarà un nucleare diverso. Esistono molte reazioni nucleari, con principi e funzioni diversi. Non esiste solo il nucleare del "Manhattan project" quello che fu studiato per la bomba atomica, ma che poi è diventato, in un certo senso, il motore dello sviluppo civile dell'energia nucleare. La fissione e la fusione sono le filiere più promettenti, per il futuro, per la produzione di energia.
Che cosa è necessario adesso per risolvere il problema energetico?
Abbiamo bisogno di quello che gli americani chiamano the unthinkable idea , ovvero l'inimmaginabile. Per questo si deve avere fiducia nella ricerca anche se questa non dà soluzioni immediatamente spendibili.
di Maurizio Pagliassotti
Liberazione del 25/05/2008
Nel convegno che si è svolto ieri a Torino sullo scottante argomento dell'energia, il focus dell'attenzione doveva essere centrato sul piano che la Regione Piemonte ha battezzato "Uniamo le energie", ovvero un progetto strategico che prevede 20% di riduzione del consumo energetico, 20% di riduzione delle emissioni di gas serra, 20% di passaggio a fonti di energia alternative e rinnovabili, da raggiungere tutti insieme entro il 2020. Due giorni di incontri e studio ma anche di festa (questa per sensibilizzare i giovani a cui - così ormai pensano tutti - se non dai un po' di intrattenimento non li trascini sugli argomenti seri).
Ospite d'onore il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia che nell'idea degli organizzatori non avrebbe dovuto occuparsi delle recenti scelte del governo Berlusconi in tema di energia. E invece tutto è stato rivoluzionato perché Rubbia è stato assediato da domande riguardanti il nucleare e la prossima costruzione di nuove centrali, con immenso e ben esternato fastidio di Mercedes Bresso, padrona di casa.
Rubbia è stato un fiume in piena, ha spaziato dalla scienza alla politica, il tutto con eleganza, infiocchettando anche gli attacchi più duri.
Come quando gli abbiamo posto la domanda riguardante il via libera al nucleare, «inevitabile e non pericoloso», dato dal professore divo Umberto Veronesi.
«Il professor Veronesi, che stimo come medico e come ministro, di cosa si occupa? Di oncologia, e lo fa anche bene. Io non mi occupo di cancro e non ne parlo. Continui a dedicarsi a questo settore e lasci ambiti scientifici e tecnici come il nucleare agli scienziati che hanno passato anni a studiarli... Sono argomenti delicati che necessitano di conoscenze approfondite. Definire quale sia il grado di rischio rispetto al nucleare è estremamente difficile. In genere c'è sempre molta gente che esprime punti di vista senza averci pensato».
In maniera molto garbata Rubbia risponde a Veronesi dicendogli di occuparsi di ciò che conosce e basta. Anche la presidente della Regione, Mercedes Bresso ha convenuto con il professor Rubbia: «Ecco Veronesi si occupi di cancro e basta», ha mormorato stizzita e si è detta contraria all'apertura di nuove centrali sul territorio piemontese.
In mattinata il sindaco Chiamparino era stato più possibilista: «Dipende, è un argomento complesso».
Professore, le esternazioni politiche di questi giorni sono solo slogan oppure soluzioni tecnologiche fattibili?
Io credo che il politico senza lo scienziato sia cieco. Il politico oggi non può pensare di capire e risolvere da solo questi problemi. Quando un uomo è malato va dal miglior medico che può trovare, non da uno stregone. E' chiaro che se vengono ascoltati gli stregoni e non gli scienziati non si troverà la soluzione migliore. Si deve quindi dire che non tutte le persone sono uguali perché ci sono quelli che le cose le capiscono e altri invece no. Dobbiamo sviluppare la vera scienza.
Il governo sostiene che il ritorno al nucleare sia un interesse nazionale, lei cosa ne pensa?
E' un problema molto più complesso. E' una questione su cui riflettere con grande serietà e calma. E' possibile che sia la soluzione giusta, ma prima dobbiamo fare un'analisi approfondita. Però molte delle cose si stanno dicendo sono boutade, cose campate in aria, frasi figlie della sbornia post vittoria elettorale. Il momento della verità dovrà emergere e allora si valuteranno anche gli aspetti negativi di queste scelte.
Il futuro dell'energia atomica è legato all'uranio?
Per produrre un gigawatt del nucleare attuale occorrono 200 tonnellate di uranio, mentre per la stessa energia occorre una tonnellata di torio. In più, con il torio non si può costruire la bomba atomica e, in questo modo, si risolverebbe anche il grande problema del nucleare militare. Il torio è un metallo reperibile in natura e lo sviluppo tecnologico per il suo utilizzo non è così lontano, è fattibile tra non molto tempo. Per risolvere il problema energetico ci sono due soluzioni: l'energia solare e il nuovo nucleare. Sono convinto che l'intelligenza degli uomini riuscirà a risolvere anche il problema dell'energia grazie alla ricerca.
Il nucleare ha un futuro o verrà soppiantato dalle energie alternative?
Se mi si domanda se tra 300 anni ci sarà ancora il nucleare, la risposta è sì, ma sarà un nucleare diverso. Esistono molte reazioni nucleari, con principi e funzioni diversi. Non esiste solo il nucleare del "Manhattan project" quello che fu studiato per la bomba atomica, ma che poi è diventato, in un certo senso, il motore dello sviluppo civile dell'energia nucleare. La fissione e la fusione sono le filiere più promettenti, per il futuro, per la produzione di energia.
Che cosa è necessario adesso per risolvere il problema energetico?
Abbiamo bisogno di quello che gli americani chiamano the unthinkable idea , ovvero l'inimmaginabile. Per questo si deve avere fiducia nella ricerca anche se questa non dà soluzioni immediatamente spendibili.
1 commento:
molto bello
ciao
ric
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