lunedì 18 aprile 2011

Noi, razionali e anti atomo

Noi, razionali e anti atomo

Silvia Ballestra
L'Unità, 28/03/2011

Avere paura del nucleare, viste le notizie che arrivano dal Giappone, è una reazione non solo giustificata, ma doverosa: la paura è un allarme che segnala il pericolo e aiuta ad evitarlo. Eppure questa sacrosanta, sana e vitalissima paura, è stata subito archiviata - e sbertucciata e anche irrisa - sotto la voce: "emotività". Insomma, ci hanno spiegato nuclearisti vari, scienziati della lobby atomica e altri razionalissimi esperti, siamo "emotivi", non possiamo capire, non abbiamo la mente lucida, ma inquinata dalle emozioni. Poveri noi! E beati loro, invece, anche se con tutta quella scienza e incrollabile fiducia nel progresso nucleare, non ci sanno ancora spiegare dove mettere le scorie, come fare centrali sicure, come affrontare non dico disastri di livello cinque, o sei, o sette, ma nemmeno piccoli incidenti.
L'accusa di "emotività" in materia nucleare rasenta l'assurdo se si pensa alla posizione della Merkel: ammetterete che dire "emotivo come un tedesco" sembra una battuta. Con la sua moratoria di un anno, il governo punta a far passare "l'ondata emotiva", con l'obiettivo di boicottare il referendum. Una truffa. Il tutto avviene, paradosso italiano, mentre altre emotività prendono la scena. Lo sbarco di alcune migliaia di profughi che diventa "invasione". O il timore che arrivino qui dei "poligami" (si è letto anche questo). O il governatore Lombardo che davanti ai profughi dice "ci vorrebbe il fucile". Tutte le emotività più bislacche, ridicole e pericolose sono ammesse. Ma sul nucleare no, serve razionalità. E qui sta il punto: aver paura del nucleare sarà anche emotivo. Dire no alle centrali, invece, è molto più razionale che accettarle senza saperle controllare, balbettando sulle scorie, negando i pericoli anche quando esplodono evidenti a tutti.

domenica 17 aprile 2011

"Bidone nucleare" - parte 2

"Bidone nucleare" - parte 2



Il libro di Roberto Rossi pubblica la notizia che le regioni scelte per stoccare le scorie ad alto livello di radioattivita' saranno 5: Basilicata, Puglia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Ne discutono in studio Roberto Rossi, Luca Iezzi giornalista di Repubblica, il Generale Carlo Jean, Giuseppe Onufrio di Greenpeace e il Governatore della Basilicata Vito De Filippo. Conduce Maurizio Torrealta.

sabato 16 aprile 2011

"Bidone nucleare" - parte 1

"Bidone nucleare" - parte 1



Il libro di Roberto Rossi pubblica la notizia che le regioni scelte per stoccare le scorie ad alto livello di radioattivita' saranno 5: Basilicata, Puglia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Ne discutono in studio Roberto Rossi, Luca Iezzi giornalista di Repubblica, il Generale Carlo Jean, Giuseppe Onufrio di Greenpeace e il Governatore della Basilicata Vito De Filippo. Conduce Maurizio Torrealta.


lunedì 11 aprile 2011

CATENA UMANA NO NUKE sabato 16 aprile alle ore 17.00 - 17 aprile alle ore 17.00

CATENA UMANA NO NUKE
sabato 16 aprile alle ore 17.00 - 17 aprile alle ore 17.00
Luogo
FOCE VERDE - B.GO. SABOTINO - LATINA Piazzale del Navigatori Borgo Sabotino, Italy
Creato da
MOVIMENTO NAZIONALE "NO AL NUCLEARE IN ITALIA" coordiniamo tutti i gruppi!

Nell'ambito della campagna di mobilitazione internazionale contro il nucleare CERNOBYL DAY, il COMITATO PONTINO PER I SI ha organizzato:

16 Aprile ore 17:00 in piazza del Popolo, presso il circolo cittadino di Latina si terrà un dibattito sul nucleare, con successivo NoNuke Party!!!

17 Aprile organizza una manifestazione presso il sito della centrale di B.go Sabotino a Latina.
...L'intento degli organizzatori di costituire una catena umana che circondi la centrale.
Sono necessarie 4000 persone!
L'appuntamento per il concentramento è alle ore 10 presso il piazzale di Foce Verde (sul mare).
Per chi volesse partecipare all'evento con la propria bici un gruppo di "Ciclisti Critici" partirà alle ore 9 da Piazza del Popolo a Latina.


Per contatti ed informazioni:
e-mail comitatopontinoperisi@gmail.com

blog del Comitato: http://comitatoperisi.blogspot.com/


per chi vuole dare una mano a diffondere l'iniziativa vi riporto i link per scaricare e stampare i volantini, vanno stampati su A4 fronte-retro. (un file per il fronte e uno per il retro).

http://nucleareno.altervista.org/file_ale/Chernobyl_day/Chernobyl_day_2volatini_su_A4.pdf

http://nucleareno.altervista.org/file_ale/Chernobyl_day/Critical_Mass_2volatini_su_A4.pdf

domenica 10 aprile 2011

La Pausa di riflessioni e i terremoti in Italia.

Il nostro triste governo rimane favorevole al nucleare. I nostri governati davanti alle immagine drammatiche del terremto in Giappone hanno fatto la scelta massina per loro possibile: una pausa di riflessione di un anno. Sperano che tale periodo sia sufficiente per far dimenticare il dramma nucleare giapponese causato dal terremoto. Vogliono far dimenticare che l'Italia è un paese soggetto a terremoti violenti. I fenomeni sismici in Italia non appartengono solo ad un recente passato. Come i devastanti terremoti del Friuli, del Belice e dell'Iripina, sono terremoti avvenuti solo da pochi decenni e sembrano essere scomparsi dalla memoria. Ma tali eventi drammatici sono accaduti anche in epoche molto lontane e in zone che recentemente non hanno avuto simili manifestazioni. A tale scopo pubblichiamo la copertina di un libro che narra di un anticho terremoto in Toscana.

Copertina del libro di una lettera di descrizione del Terremto in Toscana del 1542

venerdì 8 aprile 2011

Indagine del Senato sull'atomo italiano

Indagine del Senato sull'atomo italiano

Il sole 24 ore
31/03/2011

Parte la stretta "politica" sul nucleare italiano.

La commissione Ambiente del Senato ha deciso di aprire un'indagine conoscitiva sulla sicurezza delle istallazioni atomiche presenti in Italia.

Non sarebbe ancora fissato il calendario delle audizioni, ma in programma c'è l'ascolto di tutte le istituzioni e delle aziende interessate dal settore atomico, a cominciare dall'Ispra, l'istituto pubblico che è il braccio operativo del ministero dell'Ambiente, e dalla Sogin, la spa pubblica che gestisce le quattro vecchie centrali in dismissione e gli stoccaggi di scorie.

L'Italia ha una presenza nucleare che risale alle origini della tecnologia atomica: negli anni 50 e 60 era il paese europeo con la maggiore potenza istallata di centrali atomiche e vantava la centrale più grande del momento. Poi le scelte degli altri paesi europei (a cominciare da Francia, Inghilterra e Germania) e le cautele italiane hanno portato a un sorpasso rapido, e il referendum del novembre '87 ha fermato del tutto gli impianti.

Le istallazioni più importanti sono Caorso (Piacenza), Garigliano (Sessa Aurunca, Caserta), Trino Vercellese e Latina Borgo Sabotino. Inoltre, poco lontano da Trino, c'è il polo atomico di Saluggia (Vercelli) con gli impianti sperimentali Eurex, l'eredità del vecchio reattore Avogadro e le lavorazioni della Sorin. In basilicata spicca la Trisaia Rotondella (Matera). Inoltre ci sono numerosi depositi di scorie (il più importante è adiacente alla sede Enea della Casaccia, alle porte di Roma).

A Tokio pesce vietato per l'acqua ad radioattiva

A Tokio pesce vietato per l'acqua ad radioattiva

Stefano Carrer
Il sole 24 ore, il 07/04/2011

«Caution! Tuna Auction is closed. Please stop visiting the Market by the earthquake generation». L'inglese non è oxfordiano ma il senso è chiaro: dal giorno del terremoto, i turisti stiano alla larga dal mercato del pesce di Tsukiji, il più grande del mondo, con le sue aste di tonni tappa d'obbligo alle 5 di mattina per i visitatori stranieri (i cui arrivi a Tokyo sono del resto in calo del 75%).

A Tsukiji hanno ben altro a cui pensare. I pescatori sanno come rispettare il mare e placarne la collera: al limite, con una veloce preghiera al Namiyoke Inari che si fa largo tra i capannoni (il "Tempio a protezione contro l'onda", li fin dal 1658) o con la cerimonia funebre annuale (prevista settimana prossima) in rispettoso onore degli spiriti dei fugu (i pesci con una componente velenosissima da rimuovere, che solo chef autorizzati possono servire in tavola). Non avevano calcolato la Tepco, che ha messo in pericolo l'intera filiera con gli scarichi in mare di migliaia di tonnellate di acqua mediamente radioattiva e con il ritardo nel tappare la falla - da ieri finalmente chiusa - da cui è finita nel Pacifico acqua fortemente contaminata.

Le prime notizie di inquinamento radioattivo di un pesciolino (il konago, cibo per altri pesci) al largo della costa di Ibaraki ha suscitato un allarme generale. I commercianti di Tsukiji hanno respinto ieri, per precauzione, le partite di pesce provenienti da quella zona: i pescatori di Ibaraki, usciti in mattinata come al solito, sono rientrati prima, in lacrime, alla notizia che non avrebbero potuto vendere nulla. Il governo ha finalmente fissato i limiti legali di radioattività per i pesci, i cui prezzi stanno cedendo in parallelo al calo dei clienti nei ristoranti.

Il capo della federazione delle cooperative della pesca, Ikuhiro Hattori, ha affrontato a muso duro Tsunehida Katsumata, il presidente della Tepco - criticata anche dal ministro dell'Agricoltura - dichiarando «imperdonabile» la sua decisione che mette a rischio, con l'ambiente marino, il lavoro dei pescatori. Katsumata ha promesso compensazioni «quanto possibile». «Qui siamo tutti arrabbiatissimi con la Tepco», dice Kyoshiro Sugama, piccolo commerciante che a Tsukiji sta preparando personalmente confezioni di sashimi di tonno. «Già la situazione era difficile per i blackout elettrici, con la gente che non usa i fornelli in casa per cucinare ed esce di meno al ristorante. Ora domanda e prezzi caleranno ancora». «Non c'è affatto un bando al pesce di Ibaraki», si accalora il manager comunale del mercato, Tsutomu Kosaka. «Sono state diffuse notizie false: sarebbe contro la legge». Kosaka non risponde però dell'atteggiamento precauzionale dei grossisti, anche in assenza di un divieto formale: ammette «grandi difficoltà» per l'export e rivela che a Tsukiji non si fanno controlli di radioattività (quelli sono da fare nelle prefetture d'origine).

Il portavoce del governo, intanto, ha fatto capire che l'area di evacuazione intorno alla centrale nucleare potrà essere ampliata: a macchia d'olio e per categorie di soggetti deboli come donne incinte e bambini, Il reattore numero 1, inoltre, richiede l'immissione di un gas inerte per evitare il rischio di esplosioni. E la Tepco, in Borsa, crolla a un nuovo minimo storico.

martedì 5 aprile 2011

Nucleare - Il problema senza la soluzione




http://www.greenpeace.it/stopnucleare
Il nuovo spot di Greenpeace contro il nucleare fa il verso alle pubblicità delle grandi compagnie energetiche, mostrando - con grande chiarezza, toni di voce rassicuranti e ironia - tutte le agghiaccianti verità sul nucleare.

Disastro Nucleare FUKUSHIMA - La VERITA' e le Omissioni - Problema barre...




Nei reattore 3 e 4 sono presenti stoccaggi di BARRE DI COMBUSTIBILE "SPENTO". Barre già utilizzate ma che conservano ancora temperature altissime e che presentano problematiche uguali a quelle "blindate" (non più forse) all'interno del nucleo, con la differenza che l'unica semplice precauzione presa per queste barre è l'immersione in piscine d'acqua, in ambiente affatto blindato, solo leggermente pressurizzato.

Quindi se non refrigerate presentano lo stesso problema di surriscaldamento e rischio fusione delle altre, con la sola differenza, come già detto, che queste non sono blindate da acciaio e cemento armato, basta la rottura dell'edificio "involucro" principale perchè vengano disperse nell'ambiente.

Quasi sicuramente è stato proprio il calore di queste barre "ignorate", a fare esplodere i rispettivi reattori (dopo aver fatto evaporare l'acqua delle piscine).

Com'è possibile che non siano state accennate fin'ora?

Se le erano dimenticate?!!!!
Ci voleva la pubblicazione dello schema dei loro impianti da parte degli scienziati americani, per fare considerare alla TEPCO questi serbatoi di stoccaggio???


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Bidone nucleare

Bidone nucleare
Roberto Rossi
Bur

Nel 1987 gli italiani hanno detto no all'energia nucleare. Adesso in molti criticano quella scelta, dettata dallo choc che seguì al disastro di Chernobyl, e attribuiscono a timori infondati un presunto ritardo rispetto ai Paesi nuclearizzati. Ma siamo davvero gli unici a dubitare di ciò che gli altri accettano di buon grado? E poi, quanto costa cambiare strada? Chi pagherà quest'energia "pulita e sicura"? Roberto Rossi, che segue da anni il piano governativo di rilancio nucleare, ora giunto alla sua fase attuativa, fa un bilancio della situazione consultando esperti e presentando documenti inediti. Parla delle centrali che vogliono metterci in casa - le Epr, della francese Areva - che tra sistemi di sicurezza mal progettati e crepe nella struttura di contenimento fanno tremare i finlandesi. Calcola quanto ancora costino i vecchi impianti, anche sulla nostra salute. Smaschera l'apparato di propaganda che vuole rassicurarci con una montagna di bugie e fa i nomi della nuova "cricca" che ha reso il nucleare un business estremamente redditizio. Ma soprattutto rivela le sedi italiane selezionate per lo smaltimento delle scorie.

venerdì 1 aprile 2011

NO NUCLEARE !!! VOTA SI' AL REFERENDUM