giovedì 22 maggio 2008

No nuke. I numeri parlano chiaro

No nuke. I numeri parlano chiaro

di Fabio De Ponte

Il Manifesto del 22/04/2006

Sergio Carra calcola i costi del nucleare e spiega perché l'atomo non è una soluzione. Svantaggioso «Un programma nucleare in Italia avrebbe senso solo se si costruissero una ventina di reattori. Ma questo non è proprio possibile»

Quanto costa il nucleare? Un miliardo di euro e dieci anni di cantiere per produrre appena lo 0,5% del fabbisogno nazionale di energia. Sono questi i numeri di un impianto nucleare, denuncia Sergio Carrà, professore di ingegneria chimica al politecnico di Milano.
«Io non sono un verde, ma i numeri sono numeri»: è lapidario». Sergio Carrà, parla con il tono di chi pazientemente deve spiegare una cosa ovvia. Alle spalle una carriera universitaria a Messina, Bologna e Milano, dove è stato anche preside del corso di ingegneria chimica, e diversi riconoscimenti internazionali per la sua attività di ricerca.
Il solare, dice, ci metterà qualche decennio a offrire un terzo dell'energia necessaria al paese. Ma non ci sono scorciatoie: per il nucleare i tempi sono lunghi e il risultato trascurabile, a meno di aprire almeno una ventina di impianti.

Mi pare di capire che vedete il futuro dell'energia nel solare.

Ho portato dei numeri chiari. Guardi che io non ho nessun pregiudizio, anche contro il nucleare.

In questo periodo sembra che entrambi gli schieramenti stanno riproponendo l'ipotesi di riaprire il capitolo del nucleare.

Su questo le do una risposta tecnica: supponga di partire con un programma nucleare in Italia. Un reattore nucleare, un impianto, credo che costi un miliardo di euro circa. Bene, con un impianto, la cui costruzione durerebbe una decina di anni - a parte poi i problemi sociali - lei produrrebbe si e no lo 0,5% dell'energia necessaria all'Italia.

Quali sono poi i costi annuali di mantenimento?

Tenga conto che oltretutto lei ha bisogno oggi di un grosso capitale di investimento, il cui ritorno è tra dieci anni almeno. Per cui un programma nucleare potrebbe avere senso se - e solo se - si costruissero una ventina di reattori. Ora io le chiedo: le sembra possibile che oggi in Italia, tenendo conto della situazione economica, tenendo conto della situazione sociale e politica si possa fare una cosa del genere?

Esiste però in Italia un problema con l'energia.

Il problema è un altro: devono riprendere le ricerche sul nucleare, soprattutto sui reattori futuri. Su questo io dico di sì, perché la ricerca non si deve smettere. Ma attualmente lo vedo molto problematico, perché basta fare questi conti. Sono due conti, sa. Poi le dico un'altra cosa. Si dice «l'Italia ha dismesso il nucleare perché c'è stato il referendum». Ora, il referendum è stato, a mio parere, una cosa sbagliata, perché questi problemi non si risolvono con il referendum. Ma in America dal 1973 non si costruisce un impianto nucleare. E in America non c'è stato il referendum. Mediti su questo.

Il problema dell'approvvigionamento energetico in Italia però è consistente.

Ma questo anche perché in Italia non abbiamo mai fatto nessun piano energetico.

Quindi come si affronta il problema?

Secondo me questo problema va affrontato gradualmente. Le energie rinnovabili hanno bisogno anche loro di venti o trenta anni per diventare significative. Qui il fatto è questo: il problema non è manicheo. I fossili non li butteremo via. Continueremo ad usarli, ma bisogna diminuire la loro incidenza. Bisogna produrre però una certa quantità di energia che sia carbon-free. Che vuol dire che bisogna accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili in modo che tra venti anni effettivamente arrivino incidenze diciamo intorno al trenta per cento. E adesso bisogna arrangiarsi, cosa vuole che le dica. Bisogna che accettiamo gli evaporatori, i gassificatori, che poi non sono la fine del mondo.

Quindi con gli impianti solari, tra trenta anni saremo in grado di produrre il 30 per cento del fabbisogno nazionale. Perciò secondo lei è inutile sprecare risorse per il nucleare.

"Questa è un'opinione mia. Guardi che io non sono un verde, né un ambientalista. Perché in America non li costruiscono più gli impianti nucleari?

Perché la Francia invece ce li ha?

Perché la Francia ha fatto una scelta. Però voglio vedere, adesso che i suoi vanno in rottamazione e li dovrà rinnovare, cosa farà. Tenga conto che se lei vuole distruggere un impianto nucleare, bonificare il terreno le costa come costruirne uno nuovo.

Un altro miliardo di euro?

Sicuro. Io ho visto quello che costa bonificare i terreni di impianti chimici. Vada a vedere cosa costa. Centinaia di miliardi . Le cifre sono da capogiro. Io non sono un verde, ma i numeri sono numeri.

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