Gli ambientalisti contro il nucleare "Costa troppo, meglio le fonti rinnovabili"
La Repubblica del 30 maggio 2008, pag. 35
Nucleare e liberalizzazione dei mercato sono incompatibili, tanto è vero che le centrali si costruiscono solo quando, in un modo o nell’altro, a sostenere il costo è la mano pubblica, cioè quando i fondi vengono presi dalle tasche dei contribuenti». Così le associazioni ambientaliste (Legambiente, Wwf, Greenpeace) hanno criticato la scelta di un ritorno al nucleare.
«In Italia», continuano gli ambientalisti, «occorrerebbe costruire da zero tutta la filiera, con un immenso esborso di risorse pubbliche. Servirebbero almeno 10 centrali (per un totale di 10-15mila megawatt) che costerebbero tra i 30 e i 50 miliardi di euro. E l’ambiente non se ne avvantaggerebbe perché, al di là del rischio di un disastro atomico, il primo impianto entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni. Al prezzo di sacrificare le energie dolci che invece potrebbero partire subito e a prezzi molto più bassi.
La Repubblica del 30 maggio 2008, pag. 35
Nucleare e liberalizzazione dei mercato sono incompatibili, tanto è vero che le centrali si costruiscono solo quando, in un modo o nell’altro, a sostenere il costo è la mano pubblica, cioè quando i fondi vengono presi dalle tasche dei contribuenti». Così le associazioni ambientaliste (Legambiente, Wwf, Greenpeace) hanno criticato la scelta di un ritorno al nucleare.
«In Italia», continuano gli ambientalisti, «occorrerebbe costruire da zero tutta la filiera, con un immenso esborso di risorse pubbliche. Servirebbero almeno 10 centrali (per un totale di 10-15mila megawatt) che costerebbero tra i 30 e i 50 miliardi di euro. E l’ambiente non se ne avvantaggerebbe perché, al di là del rischio di un disastro atomico, il primo impianto entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni. Al prezzo di sacrificare le energie dolci che invece potrebbero partire subito e a prezzi molto più bassi.
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