sabato 26 luglio 2008

Tricastin, lo sfogo degli operai "Troppi silenzi su quell’ incidente”

Tricastin, lo sfogo degli operai "Troppi silenzi su quell’ incidente”

La Repubblica del 25 luglio 2008, pag. 13

di Paolo Griseri

La paura è roba da italiani apprensivi, gente mediterranea che ha la sceneggiata nel dna: «Io non ho paura. Se ce l’avessi crede che lavorerei da 35 anni nelle centrali? Prima in quella delle Ardenne, poi in questa che è uno dei siti nucleari più grandi del mondo? La verità è che ogni lavoro ha i suoi rischi. 1 piloti di formula uno rischiano di più. Qui nessuno ha paura. E da voi, in Italia?». Marcel, 58 anni, dell’Italia conosce solo Berlusconi («spero che lei non sia d’accordo con lui») e poco altro. Ma si stupisce all’idea che 200 chilometri a est del sito nucleare di Tricastin, oltre la barriera delle Alpi, ci sia chi si spaventa per «un leggero incidente, di quelli che capitano spesso durante la manutenzione annuale dei reattori». E spiega l’allarme con il numero dei contaminati: «L’incidente, in sé, non è grave. Ma certo, 97 persone coinvolte sono un numero rilevante».



Qui, a pochi passi dall’autostrada del sole del francesi, quella che collega Parigi a Marsiglia, il nucleare è, nonostante tutto, un’attrazione turistica. E anche oggi, malgrado le notizie non proprio incoraggianti che escono dall’autoradio, ci sono le famigliole che fanno la coda per entrare a visitare una delle meraviglie dell’industria energetica francese. Sul piazzale davanti al cancello della centrale staziona un tir attrezzato per donare il sangue: anche l’associazione dei donatori della regione del Rhone-Alpes non si preoccupa troppo degli effetti delle contaminazioni. E i dipendenti di Edf approfittano della pausa pranzo per compiere il loro gesto di generosità. Il reattore numero 4 della centrale Edf di Tricastin è andato in tilt alle 9,30 di mercoledì: «Una guaina difettosa nell’impianto, una pressione eccessiva nel circuito e la polvere radiottiva ha contaminato i lavoratori che si trovavano nei dintorni», spiegala portavoce della direzione. Che aggiunge dati rassicuranti: «Incidenti di questo tipo accadono, ogni tanto. Ma noi ci preoccupiamo molto della prevenzione. Pensi che dal 1992 a oggi la percentuale di incidenti è scesa dal 14,3 per cento al 4,6 per cento a parità di ore lavorate». Mercoledì mattina sono stati i segnalatori di radioattività a dare l’allarme. E immediatamente sono state portate in infermeria 129 persone. Ma già ieri pomeriggio una parte dei 97 lavoratori risultati contaminati era tornata al lavoro nel reattore.



Tutto tranquillo? Philippe parla protetto dall’anonimato. E uno dei 97 contaminati di mercoledì mattina: «A un certo punto - ricorda - è scattato l’allarme. Siamo andati tutti di corsa a fare la doccia. Ma per diverso tempo abbiamo chiesto di sapere che cosa era successo senza avere risposte soddisfacenti. Poi, intorno alle 14, è arrivato il medico e ci ha visitati. Il problema è che in queste centrali lavoriamo troppo in fretta anche per fare operazioni delicate come quelle della manutenzione. Questo spiega gli errori e gli incidenti».



Virginie Neumayer è la delegata sindacale della Cgt. Lavora a Tricastin da dieci anni. E’ appena uscita dall’incontro con i vertici di Edf. E lancia accuse pesanti: «Ormai c’è una corsa sfrenata ad affidare parti anche delicate del processo produttivo a lavoratori precari di ditte esterne. Persone che non hanno la preparazione necessaria a compiere operazioni delicate come la manutenzione annuale di un reattore. Abbiamo chiesto una trattativa nazionale sul problema del lavoro in subappalto nelle centrali francesi. E a Tricastin chiediamo un monitoraggio medico continuo sui lavoratori contaminati fino a quando non tornerà la normalità».

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