martedì 22 luglio 2008

Francia, terzo incubo nucleare

Francia, terzo incubo nucleare

La Stampa del 22 luglio 2008, pag. 15

di Francesco Spini

Terzo allarme nucleare francese in due settimane. Dopo Tricastin e Romans-sur-Isère, al centro della scena irrompe la centrale di Saint-Alban. Una quindicina di operai esterni che stavano lavorando presso il sito nucleare a cavallo dei comuni di Saint-Alban e Saint-Maurice, 50 chilometri a sud di Lione, è risultata contaminata da materiale radioattivo. L’incidente risale a venerdì, stesso giorno in cui si era registrata la perdita di liquido radioattivo all’interno dello stabilimento di Fbfc-Cerca di Romans-sur-Isère, ma è stata resa nota soltanto ieri, quando un giornale regionale, Le Dauphiné Libere, ha riportato la cronaca dell’accaduto.



Quasi sorpresa la reazione dei responsabili della centrale, che appartiene al colosso statale dell’energia francese Edf, di fronte al clamore suscitato dalla nuova contaminazione. «Questo incidente - spiegano - non ha nulla in comune con gli altri due, non è nemmeno stato classificato dall’Autorità per la sicurezza nucleare, l’Asn, che noi abbiamo avvertito per ragioni di trasparenza, così come abbiamo avvisato il vice-prefetto e i sindaci dei comuni».



Casuale la scoperta della contaminazione. La centrale di Saint Alban ha due reattori. Il numero 2 è stato fermato a fine marzo per permettere il suo secondo check up decennale, durante il quale viene sottoposto a migliaia di verifiche (ne sono previste circa 6 mila) per procedere alle opere di manutenzione e ristrutturazione. Quasi 1.600 gli operai esterni coinvolti nelle operazioni, che al termine di ogni lavoro all’interno del sito nucleare vengono sottoposti a controlli sanitari. Ecco: quindici di loro sono risultati «leggermente contaminati» da materiale radioattivo. Una volta compresa la situazione, spiegano sempre dalla centrale, i quindici sono stati «indirizzati al servizio medico del sito nucleare per procedere a controlli supplementari». I risultati di queste ulteriori analisi «mostrano segnalano gli uomini di Edf che tali tracce di contaminazione interna sono inferiori a un centesimo del limite regolamentare», tanto che le persone coinvolte hanno potuto fare immediatamente rientro alle loro case al termine della giornata lavorativa.



La notizia, ovviamente, ha suscitato nuovi timori nel Sud Est della Francia, dove si sono concentrati gli incidenti degli ultimi giorni. A livello nazionale, invece, fino a ieri sera i grandi media l’hanno tenuta sottotraccia. France 2, ad esempio, non ne ha fatto cenno nel corso del suo telegiornale delle 20, il più seguito dai francesi.



In effetti il nuovo incidente, sebbene sia meno rilevante degli altri due, entrambi classificati a livello 1 di una scala che arriva fino a 7, rischia di minare ancor di più quel clima di fiducia nei confronti dell’industria nucleare che dopo Tricastin è andato via via deteriorandosi. I sindaci dei comuni coinvolti dalle ultime fughe radioattive fanno di tutto per stimolare un ritorno alla normalità, arrivando a bere pubblicamente acque sospette di contaminazione, mentre il governo da giorni ha chiesto maggiori controlli e trasparenza.



Qualcosa, seppure con estremo ritardo, comincia a muoversi. A Tricastin, ad esempio, le 770 tonnellate di rifiuti tossici considerati tra i responsabili dell’inquinamento da uranio di falde freatiche e pozzi distanti anche due chilometri dalla centrale, saranno rimossi. Un primo passo, dopo le ammissioni di Areva (altra società statale) sui disfunzionamenti di alcuni stabilimenti.

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