domenica 20 luglio 2008

«Fermate la centrale». Tricastin ora fa paura

«Fermate la centrale». Tricastin ora fa paura

di Anna Maria Merlo

Il Manifesto del 12/07/2008

«Disfunzioni e negligenze inaccettabili» secondo la Asn, l'autorità di vigilanza dell'atomo francese. Ma il gigante nucleare Areva alza le spalle e minimizza. Come il governo Sarkozy Francia, dopo la fuoriuscita di tonnellate d'acqua all'uranio l'ente per la sicurezza nucleare chiede di chiudere i reattori 40 I chili di uranio contenuti nell'acqua fuoriuscita da una paratia guasta della centrale nucleare francese di Tricastin

L'Autorità francese per la sicurezza nucleare ha chiesto ieri alla società Socatri di Tricastin, dove si è verificata una fuoriuscita di 240 chilogrammi di uranio, di sospendere l'attività. La decisione dell'Asn arriva dopo giorni di polemiche. Oggi l'organizzazione Sortir du nucléaire organizza una manifestazione di protesta a Parigi.
L'incidente ha avuto luogo nella notte di martedì. Ma ci sono volute 18 ore perché il sindaco del comune più vicino, Lapalud, ne venisse informato. Il ministro dell'ambiente Jean-Louis Borloo lo ha ammesso: «Il problema è la rapidità di informazione e di reazione». Per il ministro, però, «non c'è pericolo immediato per la popolazione», anche se restano proibiti l'uso dell'acqua in tre comuni della regione, i bagni e la pesca in tre corsi d'acqua. L'Asn parla di «misure di precauzione». Ma in poche ore c'è stata una fuoriuscita di uranio superiore 26 volte ai limiti annuali di smaltimento.
La decisione di chiedere la cessazione dell'attività di trattamento delle scorie nella centrale nucleare di Tricastin, la seconda piattaforma nucleare francese dopo La Hague, dipende dal fatto che l'Asn ha verificato che la Socatri, una filiale del gigante Areva, non ha finora preso misure «sufficientemente soddisfacenti per impedire un nuovo inquinamento». L'Asl ha ingiunto alla Socatri di prendere «misure immediate di messa in sicurezza» del sito. Per il momento è stata ricostruita la meccanica dell'incidente, causato da una valvola mal chiusa che ha provocato lo straripamento del contenuto di una vasca. Per di più, il bacino era stato danneggiato nel corso di lavori recenti e mai riparato.
Lunedì alle ore 19 è scattato l'allarme a Tricastin, ma le prime ricerche sono infruttuose, nessuno riesce ad individuare il problema. Solo alle 22 qualcuno si rende conto che c'è una fuoriuscita di liquido sotto una vasca. Un'ora dopo viene individuato uno scolo, ma solo verso le 4 del mattino viene alla luce che del liquido radioattivo è finito nel canale delle acque pluviali. Ci vorrà ancora un'ora e mezza prima che venga messo in atto il piano di emergenza sul sito. E altre due ore - siamo ormai alle 7,30 del mattino - per avvertire l'Asn. A questo punto anche l'Autorità di sicurezza se la prende comoda: il sindaco di Lapalud viene avvertito dell'incidente solo alle 13,30. Nell'analisi conclusa ieri l'Asn ha constatato non solo la mancanza di trasparenza ma anche una serie di negligenze preoccupanti nella gestione quotidiana del sito. Areva, il gigante del nucleare francese che controlla la Socatri, alza le spalle: «Bisognava fare un'analisi approfondita della situazione prima di comunicare». Ma la Criirad, la Commissone di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività, sottolinea che «perché le misure di prevenzione siano efficaci», in caso di incidente, «devono essere messe in atto il più presto possibile». Per la Criirad ci sono state negligenze enormi: «Non si riempiono le vasche quando il sistema di ritenzione non è operativo», afferma un esperto. Il sito della Socatri è del resto abituato agli incidenti: per esempio, nel dicembre scorso, in una sola settimana è stato versato nell'ambiente un terzo della quantità-limite annuale di carbonio 14. Il sito pone problemi, al punto che la Socatri ha stanziato 13 milioni di euro per rinnovarlo.
Le autorità francese sono sospettate di aver voluto minimizzare l'incidente di Tricastin, dopo essersi rese conto che non potevano più nasconderlo. L'incidente arriva infatti in un momento poco opportuno. Solo qualche giorno fa Nicolas Sarkozy ha fatto sapere di aver deciso la costruzione di una seconda centrale Epr, di ultima generazione, dopo quella già prevista a Flamanville. Sarkozy afferma che bisogna prendere coscienza che «il XXI secolo sarà senza petrolio» e che «i paesi che constateranno questo prima degli altri avranno una possibilità di cavarsela». La Francia è tra questi, uno dei soli quattro paesi al mondo a controllare tutto il processo di produzione di energia nucleare, ha aggiunto Sarkozy.
I Verdi, Sortir du nucléaire e Greenpeace accusano Sarkozy di «imbrogliare» la popolazione. Ma il presidente non perde occasione per promuovere il nucleare francese nel mondo e ha già venduto centrali da Gheddafi alla Cina.

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