mercoledì 15 ottobre 2008

Nucleare, il governo va in minoranza

Nucleare, il governo va in minoranza

L'Unità del 15 ottobre 2008, pag. 8

di S.C.

Il ritorno al nucleare, che lo si ritenga giusto o sbagliato, è una cosa seria. E infatti il governo prima non ha neanche preso in considerazione l’ipotesi di istituire un organismo che vigili sui futuri impianti e sulla gestione delle scorie, poi ha approvato la nascita della cosiddetta Agenzia per la sicurezza nucleare, un ente che è sotto il controllo della presidenza del Consiglio. È tutto documentato nel resoconto dei lavori della commissione Affari produttivi della Camera. E nello sguardo d’insieme, non è che un dettaglio il fatto che il governo sia andato sotto nella votazione di un emendamento targato Lega e sottoscritto dal Pd che ha fatto sì che il tema della sicurezza in questo settore non sia delegato al solo ministero dell’Ambiente.



Domani il pacchetto energia del disegno di legge sullo sviluppo, che contiene le nonne relative al nucleare, verrà discusso in Aula. Ma già il confronto avvenuto in Commissione la dice lunga sul modo in cui il governo sta procedendo nel ritorno all’atomo. Prima la maggioranza ha deciso la soppressione dell’Enea (l’attuale Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) che verrà sostituita da un nuovo organismo, l’Enes, poi ha provveduto al commissariamento della Sogin, società a cui è stata affidata negli anni passati la messa in sicurezza degli impianti italiani ancora in funzione e di quelli dismessi.



Ieri c’è stata la ciliegina sulla torta: dopo che il Pd ha lamentato l’assenza nel provvedimento messo a punto dalla maggioranza di un organismo nazionale di controllo, il governo ha presentato un emendamento al testo che introduce l’Agenzia per la sicurezza nucleare. L’ente dovrà gestire le scorie, autorizzare e controllare i nuovi impianti, effettuare le ispezioni e decidere eventuali multe e sospensioni o revoche delle autorizzazioni.



Quello che chiedeva l’opposizione, e non a caso il capogruppo del Pd in Commissione Andrea Lulli ha fatto notare che «il governo ha fatto marcia indietro» istituendo l’organismo. Ma alla fine il Pd si è astenuto, così come l’Udc, mentre l’Idv ha disertato il voto. Il motivo? Un paio di dettagli, su cui l’opposizione promette battaglia in Aula: il presidente dell’Agenzia verrà nominato dal presidente del Consiglio, che con decreto stabilirà anche i criteri di organizzazione e funzionamento interni dell’organismo.

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