Nucleare, Zamparutti: Governo sospenda ritorno al nucleare e valuti progetti alternativi
5 novembre 2009
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale e componente la Commissione Ambiente, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente Berlusconi e ai Ministri per lo Sviluppo economico, l’Ambiente e la Salute per chiedere di sospendere la realizzazione del programma nucleare basato su reattori Epr scelti da ENEL e che le autorità di sicurezza di ben tre paesi europei Francia, Finlandia e Inghilterra chiedono di bloccare per problemi di sicurezza.
E. Zamparutti, ha dichiarato: “La scelta di un rientro nel nucleare è stata compiuta nella totale assenza di un dibattito pubblico e, se si è rivelata sconsiderata sul piano economico ed industriale, ora lo è platealmente anche su quello della sicurezza. Scopriamo infatti che il Governo ha deciso di realizzare in Italia reattori francesi Epr, cosiddetti di terza generazione, che autorità di controllo europee hanno messo in serissima discussione a partire dalla concezione dei sistemi di sicurezza. E’ un durissimo colpo inferto al nucleare francese con conseguenze politiche e diplomatiche. L’Italia blocchi un simile progetto, apra un confronto pubblico sui programmi alternativi a partire da quelli sull’efficienza energetica e sappia guardare alla Francia per proposte più di avanguardia, come la carbon tax sul settore non ETS, senza farsi abbindolare rispetto a prodotti vecchi, costosi, pericolosi e quindi fallimentari come i reattori EPR”.
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro dello Sviluppo economico
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute
Premesso che:
l’Autorità per la Sicurezza Nucleare francese (ASN), alcuni mesi dopo che le autorità inglesi e finlandesi avevano minacciato di bloccare la realizzazione di reattori EPR nei loro paesi a causa dei dubbi sul sistema di comando e di controllo della sicurezza, ha rivolto una lettera ad EDF, in cui si sollevano in modo molto serio questioni di sicurezza legate al sistema EPR in corso di realizzazione a Flamanville;
la pubblicazione della dichiarazione dell’ASN e della consulenza tecnica che le è stata presentata dal Gruppo Permanente di Esperti e dall’Istituto di Radioprotezione e Sicurezza Nucleare (IRSN), è avvenuta al momento della pubblicazione di una dichiarazione congiunta, nella quale le autorità di sicurezza per il nucleare francese ASN, finlandese STUK e la britannica HSE confermano la loro comune preoccupazione;
le tre autorità ritengono che "il disegno dell’EPR, nel modo in cui esso è stato originariamente proposto dai licenziatari e dal produttore AREVA, non osserva il principio di indipendenza” tra i sistemi di sicurezza e quelli di controllo, che costituisce un principio basilare della sicurezza;
nella sua lettera a EDF, l’ASN conclude che "la complessità dell’architettura proposta da EDF rende difficile che possa adeguatamente dimostrarsi la sua sicurezza” e dichiara che la sua accettabilità è soggetta a modifiche del disegno e a dimostrazioni complementari. Inoltre, "l’analisi di questi elementi (forniti da EDF) da parte dell’ASN e il suo supporto tecnico costituirà una condizione preliminare ai fini della valutazione circa l’accettabilità della futura richiesta (presentata da EDF) di una licenza per operare il reattore EPR a Flamanville-3 ";
l’inadeguatezza del disegno sarebbe tanto grave da far manifestare all’ASN persino dubbi sulla possibilità di sanarla, in modo da soddisfare i principi standard in materia di sicurezza. Nella lettera a EDF si conclude sostenendo che "data la vastità e la complessità delle spiegazioni che devono ancora essere fornite affinché si possa affermare che si ritengono soddisfatti i principi dal sistema, l’ASN considera che non esiste certezza provata che sulla base dell’attuale architettura sarà realizzato un sistema di sicurezza dimostrativo accettabile". Pertanto, l’ASN chiede a EDF che, mentre si adopera per fornire questa giustificazione, nel contempo "esamini sin d’ora programmi basati su concezioni alternative";
la società francese si è difesa, sottolineando che le critiche dei tre enti «non mettono in dubbio la sicurezza dell’Epr» e assicurando che il disegno dei sistemi sarà modificato «entro la fine dell’anno» ed Edf ha escluso ritardi,
Areva, però, non è in grado di precisare in quale misura le modifiche, ancora allo studio, potranno incidere sul costo del reattore e alcuni osservatori ritengono che la necessità di tornare al tavolo di disegno possa comportare nuovi ritardi — e maggiori costi — nella realizzazione dell’impianto finlandese di Olkiluoto e di quello francese di Flamanville;
notizie stampa francesi riferiscono inoltre che lunedi 2 novembre si è appreso che un reattore nucleare su tre sarebbe attualmente fermo per manutenzione e che almeno cinque sarebbero chiusi per degli incidenti seri;
i reattori Epr in questione sono quelli che nei piani dell’Enel, dovrebbero essere il cuore delle quattro centrali del futuro piano nucleare italiano;
lo scorso mese di febbraio sono infatti stati siglati accordi tra per un’alleanza, guidata dalle due controllate di Stato Enel e Edf, per costruire quatto centrali nucleari in Italia, la prima delle quali operativa nel 2020 in virtù di un accordo che riguarda tutti gli aspetti del nucleare, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in paesi terzi;
si chiede di sapere:
se il Governo sia al corrente dei gravi problemi di sicurezza dei reattori Epr oggetto dell’intesa italo-francese,
se non ritengano di cover immediatamente soprassedere al rientro nel nucleare per meglio valutare programmi basati su concezioni alternative.
dal sito: radicali.it
5 novembre 2009
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale e componente la Commissione Ambiente, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente Berlusconi e ai Ministri per lo Sviluppo economico, l’Ambiente e la Salute per chiedere di sospendere la realizzazione del programma nucleare basato su reattori Epr scelti da ENEL e che le autorità di sicurezza di ben tre paesi europei Francia, Finlandia e Inghilterra chiedono di bloccare per problemi di sicurezza.
E. Zamparutti, ha dichiarato: “La scelta di un rientro nel nucleare è stata compiuta nella totale assenza di un dibattito pubblico e, se si è rivelata sconsiderata sul piano economico ed industriale, ora lo è platealmente anche su quello della sicurezza. Scopriamo infatti che il Governo ha deciso di realizzare in Italia reattori francesi Epr, cosiddetti di terza generazione, che autorità di controllo europee hanno messo in serissima discussione a partire dalla concezione dei sistemi di sicurezza. E’ un durissimo colpo inferto al nucleare francese con conseguenze politiche e diplomatiche. L’Italia blocchi un simile progetto, apra un confronto pubblico sui programmi alternativi a partire da quelli sull’efficienza energetica e sappia guardare alla Francia per proposte più di avanguardia, come la carbon tax sul settore non ETS, senza farsi abbindolare rispetto a prodotti vecchi, costosi, pericolosi e quindi fallimentari come i reattori EPR”.
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro dello Sviluppo economico
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute
Premesso che:
l’Autorità per la Sicurezza Nucleare francese (ASN), alcuni mesi dopo che le autorità inglesi e finlandesi avevano minacciato di bloccare la realizzazione di reattori EPR nei loro paesi a causa dei dubbi sul sistema di comando e di controllo della sicurezza, ha rivolto una lettera ad EDF, in cui si sollevano in modo molto serio questioni di sicurezza legate al sistema EPR in corso di realizzazione a Flamanville;
la pubblicazione della dichiarazione dell’ASN e della consulenza tecnica che le è stata presentata dal Gruppo Permanente di Esperti e dall’Istituto di Radioprotezione e Sicurezza Nucleare (IRSN), è avvenuta al momento della pubblicazione di una dichiarazione congiunta, nella quale le autorità di sicurezza per il nucleare francese ASN, finlandese STUK e la britannica HSE confermano la loro comune preoccupazione;
le tre autorità ritengono che "il disegno dell’EPR, nel modo in cui esso è stato originariamente proposto dai licenziatari e dal produttore AREVA, non osserva il principio di indipendenza” tra i sistemi di sicurezza e quelli di controllo, che costituisce un principio basilare della sicurezza;
nella sua lettera a EDF, l’ASN conclude che "la complessità dell’architettura proposta da EDF rende difficile che possa adeguatamente dimostrarsi la sua sicurezza” e dichiara che la sua accettabilità è soggetta a modifiche del disegno e a dimostrazioni complementari. Inoltre, "l’analisi di questi elementi (forniti da EDF) da parte dell’ASN e il suo supporto tecnico costituirà una condizione preliminare ai fini della valutazione circa l’accettabilità della futura richiesta (presentata da EDF) di una licenza per operare il reattore EPR a Flamanville-3 ";
l’inadeguatezza del disegno sarebbe tanto grave da far manifestare all’ASN persino dubbi sulla possibilità di sanarla, in modo da soddisfare i principi standard in materia di sicurezza. Nella lettera a EDF si conclude sostenendo che "data la vastità e la complessità delle spiegazioni che devono ancora essere fornite affinché si possa affermare che si ritengono soddisfatti i principi dal sistema, l’ASN considera che non esiste certezza provata che sulla base dell’attuale architettura sarà realizzato un sistema di sicurezza dimostrativo accettabile". Pertanto, l’ASN chiede a EDF che, mentre si adopera per fornire questa giustificazione, nel contempo "esamini sin d’ora programmi basati su concezioni alternative";
la società francese si è difesa, sottolineando che le critiche dei tre enti «non mettono in dubbio la sicurezza dell’Epr» e assicurando che il disegno dei sistemi sarà modificato «entro la fine dell’anno» ed Edf ha escluso ritardi,
Areva, però, non è in grado di precisare in quale misura le modifiche, ancora allo studio, potranno incidere sul costo del reattore e alcuni osservatori ritengono che la necessità di tornare al tavolo di disegno possa comportare nuovi ritardi — e maggiori costi — nella realizzazione dell’impianto finlandese di Olkiluoto e di quello francese di Flamanville;
notizie stampa francesi riferiscono inoltre che lunedi 2 novembre si è appreso che un reattore nucleare su tre sarebbe attualmente fermo per manutenzione e che almeno cinque sarebbero chiusi per degli incidenti seri;
i reattori Epr in questione sono quelli che nei piani dell’Enel, dovrebbero essere il cuore delle quattro centrali del futuro piano nucleare italiano;
lo scorso mese di febbraio sono infatti stati siglati accordi tra per un’alleanza, guidata dalle due controllate di Stato Enel e Edf, per costruire quatto centrali nucleari in Italia, la prima delle quali operativa nel 2020 in virtù di un accordo che riguarda tutti gli aspetti del nucleare, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in paesi terzi;
si chiede di sapere:
se il Governo sia al corrente dei gravi problemi di sicurezza dei reattori Epr oggetto dell’intesa italo-francese,
se non ritengano di cover immediatamente soprassedere al rientro nel nucleare per meglio valutare programmi basati su concezioni alternative.
dal sito: radicali.it
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