giovedì 19 marzo 2009

Morire per l’Enel. Centrali nucleari: il Governo ha nascosto la verità

Gianfranco Ballardin

Morire per l’Enel. Centrali nucleari: il Governo ha nascosto la verità
Sugarco Edizioni, Milano, 1979

li Governo ha nascosto la verità al Parlamento e al Paese. « Le centrali nucleari sono arcisicure “, ripetono in coro gli esperti di regime, con la complicità pressoché totale dell’establishment scientifico, Invece, anche in Italia, incidenti ce ne sono stati, ma sono stati occultati all’opinione pubblica. L’energia nucleare è, beninteso, una realtà. Su questo non c’è alcun dubbio. Negli Stati Uniti le centrali nucleari in funzione forniscono già 40.000 megawatt di energia elettrica (pari a 40 centrali da 1000 megawatt, come quella che l’Enel vuole installare a Montalto di Castro), ossia circa l’8% del consumo globale.
Negli altri paesi del mondo l’energia nucleare produce circa 35.000 megawatt di energia elettrica.
Mentre gli attivisti del PCI e i “ tecnici del consenso” nobilitati da Ippolito e Barca battono le campagne per spiegare agli italiani che l’energia nucleare è arcisicura, i più autorevoli rapporti americani spiegano invece con ben altra autorevolezza scientifica che nel caso di un grosso incidente occorrerebbe evacuare un’area di 750 chilometri quadrati. Per fare un esempio, se scoppiasse un grosso incidente nucleare nella centrale che l’Enel ha incominciato a costruire a Montalto di Castro, in Maremma, occorrerebbe evacuare nel giro di poche ore tutta Roma. Se invece dovesse scoppiare un grosso incidente nella centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, ai confini con la Lombardia, entrata da poco in funzione, Occorrerebbe evacuare l’intera popolazione di Milano.
In un paese disastrato come l’italia con quali camion, con quali mezzi, con quali criteri verrebbe evacuato, nel giro di poche ore, qualche milione di persone? Rendendosi conto della enormità dl questi rischi gli amministratori comunali dl Caorso, anche alla luce dei fatti di Seveso, si sono pentiti amaramente dl avere accettato, sia pure obtorto collo, di ospitare le centrali dell’Enel.
Ad esempio ben pochi amministratori comunali italiani sanno che una centrale elettronucleare da 1000 megawatt (che è la taglia prescelta per le centrali italiane, come quella di Montalto di Castro) produce in un anno la radioattività dl 1000 bombe atomiche tipo Hiroshima. Finché tutto va a gonfie vele, non c’è nessun rischio. Ma nel caso di un grosso incidente, è la catastrofe. Un disastro capace di cancellare dalla mappa delle regioni abitate intere zone come il Lazio o la Lombardia.

Dalla quarta di copertina.

Il governo ha nascosto la verità al Parlamento e al Paese. « Le centrali nucleari sono arcisicure “‘, ripetono in coro gli esperti di regime, con la complicità pressoché generale dell’establishment scientifico. Invece, anche in Italia, incidenti ce ne sono stati, ma sono stati occultati all’opinione pubblica dalla grande stampa, che dopo alcuni sprazzi di spregiudicatezza e di indipendenza è tornata ad essere sensibile alle veline e alle telefonate da Roma. Nella centrale nucleare del Garigliano (provincia di Caserta) scoppia un filtro, seminando radioattività nelle campagne circostanti. Silenzio assoluto. L’opinione pubblica viene tenuta all’oscuro. La centrale di Trino Vercellese (provincia di Vercelli) resta ferma per tre anni per un guasto che avrebbe potuto trasformarsi in una catastrofe. Segreto assoluto. A Saluggia, in provincia di Vercelli, dove opera un impianto pilota di «riprocessamento» (che è considerata una delle operazioni più complesse e pericolose della tecnologia moderna, tanto è vero che impianti del genere operanti nel mondo si contano sulla punta delle dita) prende fuoco l’edificio dell’ex reattore «Avogadro », che stanno trasformando in deposito di combustibile. La popolazione viene tenuta completamente all’oscuro, e non scatta nemmeno il piano di emergenza. L’avvio della centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, è stato caratterizzato da una serie di difetti negli impianti del circuito di raffreddamento (se durante il funzionamento di una centrale nucleare si ferma il circuito di raffreddamento è la catastrofe, temuta dai filonucleari di tutto il mondo), mentre in precedenza c’erano state delle infiltrazioni di acqua: silenzio assoluto, mentre ognuno di questi episodi, se non fosse stato scoperto in tempo, avrebbe potuto provocare una tragedia. Alla Trisaia, situata nella piana del Metaponto, in Basilicata, tutto è pronto per creare un deposito nazionale di scorie radioattive ad alta attività, che dovranno essere difese dall’esercito o dalla polizia per migliaia di anni. Le scorie radioattive ad alta attività, come ben sanno tutti gli esperti, restano estremamente pericolose per moltissimi secoli.

Da pagina 7




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