mercoledì 8 giugno 2011

Nevada, il cimitero nucleare di Bush

Da La Repubblica del 16/10/2004
Frenetico lavoro sottoterra per allestire, entro il 2010, il deposito che ospiterà i rifiuti atomici di 103 centrali Usa
Nevada, il cimitero nucleare di Bush
Nelle viscere di Yucca Mountain 70mila tonnellate di scorie americane
Kerry "Se sarò io il presidente degli Stati Uniti vi prometto che Yucca Mountain non sarà una discarica nucleare, non diventerà la pattumiera americana"
E´ in quest´area, dal 1945 al 1992, che furono effettuati i terrificanti test atomici
Il Progetto Yucca parte nell´87: chi vince le elezioni deciderà se verrà portato a termine
YUCCA MOUNTAIN (Nevada) - «Quando scendete davanti al cancello arancione non dovete voltarvi a guardare la base. Mi raccomando, se ci sono visite le guardie sono nervose e non hanno molto senso dell´umorismo». Il cancello arancione è in realtà giallo, uno steccato di metallo e catene che segna l´ultimo confine di uno dei posti più segreti e controllati d´America e del mondo intero: lo sterminato sito nucleare nel deserto del Nevada.

E´ in questa zona che dal luglio 1945 al settembre 1992 sono state testate alcune delle più terrificanti "armi di distruzione di massa"; è qui che è stato concepito e sviluppato il "progetto Yucca Mountain" che nel giro di pochi anni trasformerà questa area nella più grande pattumiera nucleare del pianeta; è da queste parti, in una zona conosciuta come Area 51, che la fantascienza si avvicina alla realtà, e gli Ufo diventano qualcosa di più concreto che fantasie hollywoodiane.

Il "deserto nucleare" inizia a circa cento miglia da Las Vegas. Lungo la strada enormi cartelli pubblicitari ricordano al viaggiatore che la città della perdizione è a un´ora di distanza. Ma per le migliaia di pendolari che ogni giorno alle cinque del mattino si muovono da Las Vegas per andare a lavorare nella zona - militari, scienziati e tecnici superspecializzati di ogni tipo - il tempo per divertirsi non è molto.

Al cancello di ingresso soldati in mimetica e armati fino ai denti controllano per l´ennesima volta il passi rilasciato dal ministero dell´Energia. Qui, in una delle zone militari più importanti degli States, il Pentagono non ha diritto a controllare nulla, conseguenza di una scelta "politica" maturata negli anni Quaranta, quella di lasciare la delicata gestione del nucleare, armi comprese, ai civili. Anche i militari di guardia in realtà non sono soldati ma contractors, impiegati di una società privata che ha in appalto tutta le security della zona. Passato il controllo il bus percorre per alcune miglia un deserto arido e dall´aspetto a tratti lunare. Il caldo è cocente e all´orizzonte si innalzano le montagne attorno e dentro le quali si è fatta la storia dell´atomica. Il primo segno di centro abitato è un gruppo di case che si fa fatica a definire tali. Sono immensi capannoni di lamiera e prefabbricati, potrebbe essere scambiato per una qualsiasi fabbrica se non ci fosse un vecchio Mig azzurro parcheggiato quasi fosse una jeep.

«Benvenuti alla base aerea di Mercury, nascondete telecamere e macchine fotografiche, mi dispiace ma lì dentro non potete assolutamente entrare». L´accompagnatore messo a disposizione dal Dipartimento di Stato risponde con una serie di "no comment" e spiega solo il perché della presenza di un Mig: «E´ il ricordo degli anni in cui insieme all´Urss iniziammo a smatellare le testate nucleari. Loro potevano venire qui da noi, noi eravamo liberi di controllare i loro siti. Voli non stop dal deserto del Nevada fino alle segretissime basi nucleari sovietiche. Una tratta aerea unica al mondo».

L´Air Force Base di Mercury è il cuore degli esperimenti nucleari che per decenni sono stati fatti in Nevada. Dietro la base, per miglia e miglia lungo la piana desertica che arriva fino alle montagne si possono vedere dei punti illuminati dai riflessi solari. «Quelli sono tanks, spiega la nostra guida - sono gli obiettivi per le esercitazioni dei nostri bombardieri». Stanno sperimentando nuove armi? «No comment».

In questo deserto un tempo ormai lontano si trovavano cavalli selvaggi, asini, coyotes. Oggi gli unici animali visibili da queste parti sono i "packrats", topi del deserto la cui specialità è restare per generazioni nello stesso posto accumulando materiale per le proprie tane. «Vedete quelle scatole di legno a tettuccio? Sono trappole per i packrats, ci servono a studiare il terreno».

Che una delle più grandi basi aeree americane serva solo a monitorare dei topi è ovviamente assurdo e con un po´ di insistenza si riesce a sapere qualcosa di più: «Quello che vi posso dire è che questa oggi è la principale base dei Predator, gli aerei-spia senza pilota» che sono diventati i protagonisti della guerra in Afghanistan e in Iraq. Partono da qui? «No, sono in giro per tutto il mondo, ma i loro voli sono tutti guidati e controllati da qui, attraverso i satelliti». Quanti sono? «No comment». Mercury, Nevada ha una "popolazione zero". Tutti gli edifici sono uffici, dormitori per chi deve fare i turni di notte e laboratori. Di che tipo? La risposta è il solito "no comment" più la conferma che in questa "città morta" lavorano alcune decine di migliaia di persone.

Il deserto nasconde nelle sue viscere i segreti nucleari e diversi tunnel. Il Nevada è una zona ad alto rischio sismico ma questo - secondo il geologo Robert Lovich - non comporta alcun pericolo: «I danno avvengono solo in superficie, qui si lavora soprattutto in profondità. Le racconto una cosa. Quando c´è stato un terremoto 6,4 della scala Richter dentro un tunnel dove stanno facendo esperimenti molto importanti non è successo nulla, a parte una penna caduta da un tavolo per una leggera vibrazione». Sperimentano nuove armi? «Non lo so, è un segreto militare».

Che nel "nuclear site" del Nevada si testino nuove armi in realtà è un segreto di Pulcinella. Nel giugno scorso un gruppo di scienziati provenienti dai laboratori di Los Alamos - l´altro grande centro nucleare del New Mexico - hanno sperimentato qui, in un tunnel profondo più di 300 metri, il "piano Armando", facendo esplodere potenti esplosivi attorno a una barra di plutonio. Ed esperimenti di questo genere ce ne sono stati diversi anche negli anni precedenti.

Dal cancello arancione si può osservare un panorama stupendo. Non ci sono tracce di vita umana che si possano cogliere a occhio nudo per miglia e miglia, a parte qualcosa che sembra una casetta. Guardie non se ne vedono e qualcuno prova a guardare in direzione della base, prontamente stoppato: «Mi spiace, non potete farlo». Cosa ci sia in quella parte di deserto e montagnole alla fine qualcuno lo rivela: «Laggiù a volte testano gli ultimi esemplari di Stealth».

La Yucca Mountain vera e propria non è affatto una montagna, ma una serie di accumuli di detriti provenienti dagli scavi di un tunnel lungo cinque miglia e profondo centinaia di metri. Nel "nuclear site" non usano "feet" e "square" ma il sistema metrico, cosa unica negli Stati Uniti. «Perché? Perché quando sono iniziati gli esperimenti nucleari il governo aveva deciso di passare al sistema europeo, e qui tutti i conti si iniziarono a fare in centimetri e metri. Poi non se ne è fatto nulla, ma ormai siamo abituati così».

Secondo lo Yucca Mountain Project questi tunnel serviranno per seppellire nel cuore della terra le scorie nucleari americane, il 90 per cento prodotte da centrali e da resti di combustibile dei sottomarini e solo il 10 per cento da armi vere e proprie. Solo scorie solide trasportate con dei particolari container e sepolte attraverso un complicato sistema di trasporto attraverso i tunnel. Lì saranno lasciate almeno fino a quando non avranno perso radioattività, che in alcuni casi significa centinaia e centinaia di anni.

Il tunnel di ingresso è un enorme buco con delle gigantesche prese d´aria. Due anni fa Bush diede il via definitivo al progetto, dopo che decenni di studi ne avevano dimostrato la totale "sicurezza". Ma il Nevada, inteso come governo dello Stato e le associazioni ambientaliste sono riusciti per il momento a bloccarlo. Robert Lovich, che si definisce un «democratico di New York» contesta la posizione del suo partito e dei repubblicani del Nevada: «Qui sono tutti contrari, per puro calcolo elettorale. Curioso, visto che sono contrari alle scorie ma favorevoli ai test atomici».

Alla Yucca Mountain gli scienziati snocciolano cifre per dimostrare l´importanza e la sicurezza del progetto, i politici rispondono con altre cifre, quelle dei tumori che vedono il Nevada con il record degli Stati Uniti. Vero, rispondono alla Yucca, però a Las Vegas si fuma dappertutto e il primo casinò che ha messo il divieto è fallito». Attorno al "sito nucleare" si giocano le fortune politiche e forse anche le elezioni. Il Nevada è uno Stato saldamente repubblicano, ma nelle ultime settimane i democratici cominciano a farci un pensierino. Kerry ha promesso che se sarà eletto non darà una lira di soldi pubblici, Bush evita di parlarne. L´enorme talpa, simile a quella con cui si scavano le metropolitane, è ferma in attesa che la politica decida.

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