La Germania minacciata dalle sue scorie nucleari
Italia Oggi - 15/07/10
La Germania minacciata dalle sue scorie nucleari. Tra il 1967 e il 1978 nella miniera di sale ormai in disuso di Asse, nel cuore del paese, è stato immagazzinato un volume di materiale radioattivo pari a 60 edifici. Queste 126 mila fusti di scorie radioattive avrebbero dovuto giacere lì per l'eternità. Ma trent'anni dopo, Asse sembra ormai prossimo alla catastrofe ecologica. Il luogo, geologicamente instabile, è oggetto di infiltrazioni d'acqua e alcuni contenitori sono arrugginiti. Così, di fronte alla gravità della situazione, l'ufficio federale incaricato della gestione del sito ha optato in gennaio per l'evacuazione. Un'operazione inedita e molto complessa, che richiederà vent'anni di tempo e potrebbe costare allo stato dai 2 ai 3 miliardi di euro. E anche per finanziare questa operazione che il governo cerca da alcuni mesi di costringere i produttori di elettricità a versare una parte degli utili derivanti dall'allungamento della durata di funzionamento degli impianti. I gestori del sito devono lottare contro due flagelli: il possibile crollo di alcune cavità e l'infiltrazione di acqua contaminata nella falda freatica. «Uno dei problemi è che noi non sappiamo veramente cosa si trova nei fusti», spiega Wolfram Koenig, presidente dell'ufficio federale della sicurezza nucleare civile. «L'etichettatura degli anni 60 e 70 non rispondeva agli standard attuali. In questi ultimi anni ne abbiamo aperti 25. La metà non conteneva quello che figurava sui registri». Davanti alla instabilità del sito, «riportare i fusti in superficie è parso come il minore dei mali». Le autorità tedesche hanno optato per il trasferimento provvisorio delle scorie di Asse verso l'antica miniera di ferro di Konrad, a qualche decina di chilometri. Ma nessuno per ora sa come avvicinarsi senza pericolo ai fusti né come estrarli, un giorno, dalla miniera.
Italia Oggi - 15/07/10
La Germania minacciata dalle sue scorie nucleari. Tra il 1967 e il 1978 nella miniera di sale ormai in disuso di Asse, nel cuore del paese, è stato immagazzinato un volume di materiale radioattivo pari a 60 edifici. Queste 126 mila fusti di scorie radioattive avrebbero dovuto giacere lì per l'eternità. Ma trent'anni dopo, Asse sembra ormai prossimo alla catastrofe ecologica. Il luogo, geologicamente instabile, è oggetto di infiltrazioni d'acqua e alcuni contenitori sono arrugginiti. Così, di fronte alla gravità della situazione, l'ufficio federale incaricato della gestione del sito ha optato in gennaio per l'evacuazione. Un'operazione inedita e molto complessa, che richiederà vent'anni di tempo e potrebbe costare allo stato dai 2 ai 3 miliardi di euro. E anche per finanziare questa operazione che il governo cerca da alcuni mesi di costringere i produttori di elettricità a versare una parte degli utili derivanti dall'allungamento della durata di funzionamento degli impianti. I gestori del sito devono lottare contro due flagelli: il possibile crollo di alcune cavità e l'infiltrazione di acqua contaminata nella falda freatica. «Uno dei problemi è che noi non sappiamo veramente cosa si trova nei fusti», spiega Wolfram Koenig, presidente dell'ufficio federale della sicurezza nucleare civile. «L'etichettatura degli anni 60 e 70 non rispondeva agli standard attuali. In questi ultimi anni ne abbiamo aperti 25. La metà non conteneva quello che figurava sui registri». Davanti alla instabilità del sito, «riportare i fusti in superficie è parso come il minore dei mali». Le autorità tedesche hanno optato per il trasferimento provvisorio delle scorie di Asse verso l'antica miniera di ferro di Konrad, a qualche decina di chilometri. Ma nessuno per ora sa come avvicinarsi senza pericolo ai fusti né come estrarli, un giorno, dalla miniera.