Due milioni di firme per tre referendum Idv ma i verdi contestano
Il Fatto Quotidiano - del 30/07/10
Sono arrivate due milioni e 200 mila firme raccolte dal movimento di Antonio Di Pietro, dal primo maggio e depositate ieri mattina nel sotterraneo della Suprema Corte per poi essere verificate e certificate nel raggiungimento dei quorum delle 500 mila firme necessarie per andare al referendum. L'ldv chiede tre "no": al ritorno all'energia nucleare, al legittimo impedimento, alla privatizzazione dei servizi idrici. "Il quesito referendario presentato dall'onorevole Di Pietro lascia aperta la porta alla privatizzazione dell'acqua", ha commentato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: "Sull'acqua come bene comune I'Idv ha perso un'occasione: per questa ragione chiediamo ai cittadini di sostenere il quesito presentato dal Movimento per l'acqua pubblica, già sottoscritto da un milione e quattrocentomila cittadini". Invece, per i Verdi "il referendum sul nucleare rischia di fornire un assist formidabile alle lobby energetiche e alle grandi multinazionali e a tutti coloro che lavoreranno (anzi stanno già lavorando) affinché non si raggiunga il quorum".
Il Fatto Quotidiano - del 30/07/10
Sono arrivate due milioni e 200 mila firme raccolte dal movimento di Antonio Di Pietro, dal primo maggio e depositate ieri mattina nel sotterraneo della Suprema Corte per poi essere verificate e certificate nel raggiungimento dei quorum delle 500 mila firme necessarie per andare al referendum. L'ldv chiede tre "no": al ritorno all'energia nucleare, al legittimo impedimento, alla privatizzazione dei servizi idrici. "Il quesito referendario presentato dall'onorevole Di Pietro lascia aperta la porta alla privatizzazione dell'acqua", ha commentato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: "Sull'acqua come bene comune I'Idv ha perso un'occasione: per questa ragione chiediamo ai cittadini di sostenere il quesito presentato dal Movimento per l'acqua pubblica, già sottoscritto da un milione e quattrocentomila cittadini". Invece, per i Verdi "il referendum sul nucleare rischia di fornire un assist formidabile alle lobby energetiche e alle grandi multinazionali e a tutti coloro che lavoreranno (anzi stanno già lavorando) affinché non si raggiunga il quorum".
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