mercoledì 23 dicembre 2009

Nucleare, il governo accelera piano definitivo entro tre mesi.

Nucleare, il governo accelera piano definitivo entro tre mesi. Primo ok al decreto. Bersani: operazione senza senso
LUCA IEZZI
MERCOLEDÌ, 23 DICEMBRE 2009 LA REPUBBLICA - Economia

Definiti i criteri per scegliere i siti e le compensazioni per le popolazioni locali coinvolte

ROMA - Ancora tre mesi per il piano definitivo del nucleare. Il governo accelera sulle nuove centrali approvando il decreto legislativo di 33 articoli che definisce i criteri dove localizzare le centrali, le compensazioni per le popolazioni locali coinvolte e il destino del deposito per le scorie.
Ma più la prospettiva del ritorno all´atomo si fa concreta, più crescono le proteste: il segretario del Pd Pierluigi Bersani commenta: «Io non ne vedo l´utilità, e il senso. Credo che questa operazione ci distragga da quello che dovremmo fare». L´Idv annuncia una raccolta di firme per un referendum abrogativo, i Verdi e l´estrema sinistra hanno già avviato un´iniziativa analoga, le associazioni ambientaliste, dal Wwf a Legambiente, sottolineano che l´avventura nucleare è antieconomica e la pagheranno i cittadini. Tra gli entusiasti naturalmente il ministro Claudio Scajola che promette riduzioni del 30% sul costo dell´energia e l´ad di Enel Fulvio Conti che parla di «pietra miliare per avviare un rinascimento industriale e tecnico».
La vera partita però inizierà quando le sedi delle centrali avranno dei nomi definiti. Il decreto passerà alle commissioni parlamentari e alla Conferenza Stato Regioni, poi l´Agenzia per la sicurezza nucleare (ancora inesistente) avrà il compito di definire le aree adatte secondo le caratteristiche ambientali e tecniche: i fattori da considerare sono la frequenza di terremoti le caratteristiche geofisiche e geologiche, l´accessibilità all´area, la distanza dai centri abitati e le infrastrutture di trasporto, la disponibilità di risorse idriche, il valore paesaggistico e architettonico e la densità della popolazione. Nel frattempo in tre mesi il governo preparerà un piano definitivo in cui spiegherà il numero delle centrali che vuole costruire, in che tempi e i vantaggi in termini di sicurezza energetica e riduzione delle emissioni di gas serra.
Dalla primavera i costruttori potranno scegliere il comune dove ubicare l´impianto all´interno delle aree decise dall´Agenzia. Agli amministratori locali sarà offerto l´apparato di compensazioni approvato ieri: durante la costruzione ogni anno saranno elargiti 3 mila euro per megawatt (vista la stazza media di 1600 Mw, significa 5 milioni di euro l´anno). Entrata in servizio la centrale pagherà 0,4 euro per mwh prodotto (altri 5 milioni), più i benefici derivati dal gettito Ici dell´impianto (10-13 milioni di euro). Seppur meno generose delle bozze circolate nei giorni scorsi il vantaggio complessivo (10-15 milioni l´anno) sarà diviso per il 10% alle province, per il 55% ai comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km. Inoltre il 40% finirà nei bilanci degli enti locali e il 60% andrà a ridurre le tasse locali (addizionali Irpef, Tarsu, Irpeg, Ici). Esiste una clausola anti-ostruzione: i benefici economici decadono se la centrale si ferma definitivamente.
Prevista infine la realizzazione di un deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin sulla base di un´autorizzazione unica. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d´interesse da parte delle regioni interessate: chi ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi avrà altri benefici economici.

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