martedì 2 giugno 2009

Berlusconi: l'esercito nei siti per le centrali nucleari

Berlusconi: l'esercito nei siti per le centrali nucleari

La Repubblica del 29 maggio 2009, pag. 9

Luisa Grion
L´Italia avrà il suo nucleare, a costo di ricorrere all´esercito. Lo ha annunciato - fra non poche polemiche - il premier Berlusconi all´assemblea Confesercenti. Se dovesse essere necessario, ha precisato il presidente del Consiglio, i militari saranno mandati a presidiare i siti scelti per costruire le centrali, difendendoli dalle scontate proteste dei locali. «Lo Stato è ritornato a fare lo Stato» e così come è successo con la questione dei rifiuti in Campania «qualora dovessero esserci tensioni useremo ancora l´esercito» ha detto.
La questione, per il premier, è di vitale importanza: «Non c´è tempo da perdere: prenderemo decisioni assennate suffragate da organismi democratici, ma una volta che saranno prese, se servirà, useremo ancora l´esercito. Lo faremo in tutte le occasioni necessarie, compresa quella del Frejus». Un metodo che ha scatenato le proteste di ambientalisti e opposizioni. «Nessun leader occidentale minaccerebbe di costruire una centrale usando la forza» ha commentato Realacci, responsabile Pd per l´ambiente. «In un paese serio le decisioni si prendono in Parlamento» ha dichiarato D´Alema «Il governo dica la verità su dove vuole fare le centrali, invece di annunciare presidi: questo è un modo di governare indecente sotto il profilo delle regole democratiche e dell´efficacia di governo».
Ma nucleare a parte, alla platea dei commercianti, il premier - viste le imminenti elezioni - ha fornito anche il ritratto di un´Europa che «avrebbe bisogno di un drizzone»: «Oggi la Ue non può svolgere un ruolo da protagonista perché non c´è una presenza autorevole: a chi telefona Obama per sapere com´è va?» si è chiesto. Intervengono «in troppi» a partire «dai Commissari che parlano tutto il giorno e così danno fastidio». In chiusura in tema amato dalla platea: il premier ha promesso interventi «sullo scandalo» dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. «Daremo un certificato di credito da consegnare alla propria banca per farsi pagare e porteremo ad un massimo di 60 giorni il tempo per i pagamenti» ha detto. Parole che il presidente di Confesercenti Marco Venturi non poteva che apprezzare visto che aveva dedicato ampia parte della sua relazione alla lotta agli sprechi e alle difficoltà che i «piccoli» hanno nell´ottenere crediti. Troppo di frequente - ha detto - i negozianti diventano vittime degli usurai: nel 2008 quindicimila aziende hanno chiuso perché «sovraindebitate e spesso strozzate».

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