Oltre metà degli italiani è contro il nucleare
Luca Palmieri, Affari&Finanza inserto de La Repubblica, 18/ 10/ 2010
Da sempre l'Italia è considerato un paese con una scarsa sensibilità nei confronti dell'ambiente. Le cose però stanno cambiando, ed in maniera anche piuttosto rapida. Lo conferma l'Ecobarometro, osservatorio permanente sulle tematiche ambientali: per gli italiani infatti la preoccupazione per l'ambiente, espressa dal settanta per cento degli intervistati, è seconda solamente a quella per il lavoro. La ricerca, realizzata da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova Ecologia, è stata presentata a inizio ottobre al Forum Qual Energia di Firenze, giunto al suo terzo appuntamento.
L'indicazione più interessante è proprio quella legata alle preoccupazioni degli italiani, convinti a stragrande maggioranza che l'inquinamento e lo spreco di risorse sono un argomento da affrontare con grande attenzione e senza alcuna perdita di tempo. Le risposte degli intervistati danno anche risultati significativi per quanto riguarda le priorità ambientali: a livello nazionale vengono infatti considerati fondamentali lo smaltimento dei rifiuti e lo sviluppo delle energie rinnovabili (per il 58,6% degli intervistati) mentre su scala lo cale la priorità è rappresentata dalla mobilità e dai mezzi di trasporto, dei quali deve sempre più essere ridotto l'impatto ambientale (46.5%).
La ricerca fa anche emergere una sostanziale critica nei confronti delle politiche sostenute dal governo italiano sotto il profilo della tutela dell'ambiente. Oltre il 75% degli intervistati ritiene infatti che potrebbe fare molto di più, mentre il giudizio negativo riguardo all'operato delle amministrazioni locali sull'argomento è leggermente meno forte (vengono bocciate dal61,5% degli italiani). Un altro argomento di contrasto con il governo è quello legato allo sfruttamento dell'energia nucleare. La volontà politica è infatti di tornare a servirsi di questa forma di energia ma l'opinione pubblica si dimostra ancora molto perplessa e preoccupata in proposito. La conoscenza spontanea del nucleare è di per sé molto bassa, dal momento che è citata solamente da due intervistati su dieci, ma soprattutto è scarso il gradimento nei confronti di una politica di sviluppo dell'energia atomica (il 58% è infatti contrario) la percentuale di sfiducia cresce sensibilmente quando il pensiero è rivolto a centrali nucleari presenti nella regione dove si abita, bocciate dal 66% degli intervistati.
Tra le fonti rinnovabili più conosciute restano al primo posto il solare e il fotovoltaico, (65%); a seguire vengono l'eolico, l'idroelettrico e il gas. Per quanto riguarda l'attenzione personale al fattore energia, è davvero molto alta la percentuale di chi utilizza lampadine a risparmio energetico (1198%), notevole anche la risposta su pannelli solari termici (47,5%) e fotovoltaici (47,3%). Considerazioni interessanti anche per quanto riguarda direttamente la green economy, dal momento che solamente il 42% la conosce, il60%invece ritiene comunque un piano di questo tipo attuabile nel nostro paese. Per risolvere la crisi si ritiene comunque fondamentale ridurre la pressione fiscale per i lavoratori dipendenti, investire sulla formazione giovanile e sulle aziende impegnate nel settore delle fonti rinnovabili, considerate in maniera quasi unanime le aziende del futuro. Lo conferma chiaramente la risposta alla provocatoria domanda su cosa gli intervistati avrebbero fatto se avessero avuto un milione di euro da spendere: ben il 77%li investirebbe infatti in un'azienda eco-sostenibile. Risultati forse sorprendenti ma che hanno dato nuovi spunti per il futuro.
«I dati emersi sottolineano come gli italiani abbiano raggiunto una certa maturità in termini di risposta ad una crisi che attraversa trasversalmente molti settori dell'economia - sottolinea l'amministratore delegato di Lorien Consulting Antonio Valente e l'economia sostenibile è vista come un'ancora di salvezza. Il fatto che oltre la metà degli italiani consideri le problematiche ambientali ai primissimi posti può essere il segnale di svolta, perché questa consapevolezza può consentire alla green economy di crescere indipendentemente dalle distinzioni politiche, di classe o di generazioni. Per gli italiani si può uscire dalla crisi se si imposta una nuova governance del sistema in cui tutti sono responsabili e partecipano attivamente ad un cambio di passo, che non può essere più rimandato».