Il nucleare al giro di boa: ma il voto al Senato slitta oggi
Il Messaggero del 14 maggio 2009, pag. 23
Barbara Corrao
Ritorno al nucleare con voto a sorpresa. Era tutto pronto al Senato per il secondo giro di boa del ddl sullo «Sviluppo e l`internazionalizzazione delle imprese», quello appunto che sancisce il rientro dell`Italia nell`energia nucleare dopo vent`anni dal referendum, quando è mancato il numero legale. E il presidente di Palazzo madama Schifani. non ha potuto fare altro che rinviare il voto finale a stamattina alle 9,30. E dire che il ministro dello Sviluppo Scajola aveva appena finito di spiegare che le nuove norme (si va dalla lotta alla contraffazione all`accelerata sugli impianti e infrastrutture energetiche. alla class action e molto altro) sono «riforme attese da anni, in grado di rilanciare la competitività del Paese». Aveva anche detto che con l`approvazione al Senato il ddl «è chiuso. E` necessario farlo entrare in vigore nel tempo più breve, sicuramente prima dell`estate». «Noi abbiamo scelto la linea del confronto parlamentare. tanto alla Camera quanto al Senato e questo è durato a lungo» ha ricordato il ministro precisando che c`è stata convergenza su moltissimi articoli, su altri meno. Questa è la terza lettura, ora il provvedimento è praticamente chiuso e quindi il passaggio alla Camera sarà molto breve». E` a quel punto che l`opposizione ha fatto mancare il numero legale e il voto elettronico ha messo in evidenza l`assenza dei senatori della maggioranza: pare solo tre. Schifani ha tentato di prolungare la seduta ma poi ha dovuto prendere atto e ha rinviato a stamattina. Siamo comunque ad un passo dall`approvazione finale del testo che affida al governo la delega sulla scelta dei siti perle nuove centrali (un primo pacchetto di 4 le costruirà l`Enel con la francese Edf) e istituisce l`Autorità unica a cui sarà affidato il controllo su tutta la filiera dell`atomo e la responsabilità sulla sicurezza. Dato che a Palazzo Madama sono state approvate delle modifiche, il ddl dovrà affrontare un nuovo passaggio alla Camera. Il parlamento chiude il 27 maggio per le elezioni, ma si riprenderà subito dopo. E molti si aspettano che il governo proprio per chiudere definitivamente la partita, finisca per porre, in terza lettura, la questione di fiducia. Realisticamente, dunque, si punta a concludere entro fine giugno. Il provvedimento dà via libera all`inasprimento delle pene contro il reato di contraffazione, introduce la class action (ma non sarà retroattiva e ciò a suscitato molte polemiche). aumenta le royalties sulle concessioni di idrocarburi (dal 7 al 10%) e consente la nascita di un Fondo per ridurre il prezzo dei carburanti in quelle regioni che ospitano i campi produttivi: come, Basilicata, Veneto. Calabria, Sicilia e Abruzzo. Ieri è stata anche bocciata la nonna che voleva prorogare al 2015 i tetti antitrust per l`Eni sulla vendita di gas. E` stata infine aumentata dal 5,5 al 6.5 per cento l`addizionale Ires (la cosiddetta Robin tax) il che consentirà di coprire i fondi per l`editoria. L`avvicinarsi del ddl ai voto finale ha riaperto polemiche e contestazioni da parte dell`opposizione. «Andremo al conflitto istituzionale, troveremo ogni possibile strada per opporci», ha annunciato battagliera la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso. Seguita da esponenti regionali Pd in Toscana,Lazio, Sardegna. Contrari al nucleare Emma Bonino come anche la capogruppo Pd al Senato Finocchiaro che attacca «la figuraccia della maggioranza, Altrettanto grave è la forzatura della presidenza del Senato che ha imposto, senza che noi lo chiedessimo, di verificare se ci fossero le condizioni per votare». E le assicurazione del vice ministro Urso sul fatto che «non c`è alcuna mappa dei siti ancora aggiornata» non sono valse a placare le acque. Oggi il voto finale.
Il Messaggero del 14 maggio 2009, pag. 23
Barbara Corrao
Ritorno al nucleare con voto a sorpresa. Era tutto pronto al Senato per il secondo giro di boa del ddl sullo «Sviluppo e l`internazionalizzazione delle imprese», quello appunto che sancisce il rientro dell`Italia nell`energia nucleare dopo vent`anni dal referendum, quando è mancato il numero legale. E il presidente di Palazzo madama Schifani. non ha potuto fare altro che rinviare il voto finale a stamattina alle 9,30. E dire che il ministro dello Sviluppo Scajola aveva appena finito di spiegare che le nuove norme (si va dalla lotta alla contraffazione all`accelerata sugli impianti e infrastrutture energetiche. alla class action e molto altro) sono «riforme attese da anni, in grado di rilanciare la competitività del Paese». Aveva anche detto che con l`approvazione al Senato il ddl «è chiuso. E` necessario farlo entrare in vigore nel tempo più breve, sicuramente prima dell`estate». «Noi abbiamo scelto la linea del confronto parlamentare. tanto alla Camera quanto al Senato e questo è durato a lungo» ha ricordato il ministro precisando che c`è stata convergenza su moltissimi articoli, su altri meno. Questa è la terza lettura, ora il provvedimento è praticamente chiuso e quindi il passaggio alla Camera sarà molto breve». E` a quel punto che l`opposizione ha fatto mancare il numero legale e il voto elettronico ha messo in evidenza l`assenza dei senatori della maggioranza: pare solo tre. Schifani ha tentato di prolungare la seduta ma poi ha dovuto prendere atto e ha rinviato a stamattina. Siamo comunque ad un passo dall`approvazione finale del testo che affida al governo la delega sulla scelta dei siti perle nuove centrali (un primo pacchetto di 4 le costruirà l`Enel con la francese Edf) e istituisce l`Autorità unica a cui sarà affidato il controllo su tutta la filiera dell`atomo e la responsabilità sulla sicurezza. Dato che a Palazzo Madama sono state approvate delle modifiche, il ddl dovrà affrontare un nuovo passaggio alla Camera. Il parlamento chiude il 27 maggio per le elezioni, ma si riprenderà subito dopo. E molti si aspettano che il governo proprio per chiudere definitivamente la partita, finisca per porre, in terza lettura, la questione di fiducia. Realisticamente, dunque, si punta a concludere entro fine giugno. Il provvedimento dà via libera all`inasprimento delle pene contro il reato di contraffazione, introduce la class action (ma non sarà retroattiva e ciò a suscitato molte polemiche). aumenta le royalties sulle concessioni di idrocarburi (dal 7 al 10%) e consente la nascita di un Fondo per ridurre il prezzo dei carburanti in quelle regioni che ospitano i campi produttivi: come, Basilicata, Veneto. Calabria, Sicilia e Abruzzo. Ieri è stata anche bocciata la nonna che voleva prorogare al 2015 i tetti antitrust per l`Eni sulla vendita di gas. E` stata infine aumentata dal 5,5 al 6.5 per cento l`addizionale Ires (la cosiddetta Robin tax) il che consentirà di coprire i fondi per l`editoria. L`avvicinarsi del ddl ai voto finale ha riaperto polemiche e contestazioni da parte dell`opposizione. «Andremo al conflitto istituzionale, troveremo ogni possibile strada per opporci», ha annunciato battagliera la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso. Seguita da esponenti regionali Pd in Toscana,Lazio, Sardegna. Contrari al nucleare Emma Bonino come anche la capogruppo Pd al Senato Finocchiaro che attacca «la figuraccia della maggioranza, Altrettanto grave è la forzatura della presidenza del Senato che ha imposto, senza che noi lo chiedessimo, di verificare se ci fossero le condizioni per votare». E le assicurazione del vice ministro Urso sul fatto che «non c`è alcuna mappa dei siti ancora aggiornata» non sono valse a placare le acque. Oggi il voto finale.
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