Nucleare, il governo fissai criteri per i nuovi impianti
23/12/2009 La Repubblica
energia elettrica
"Ok" al decreto per stabilire come e dove saranno costruite le centrali
ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo che stabilisce come distribuire sul territorio i nuovi impianti nucleari che,secondo i piani del governo, dovranno essere costruiti nei prossimi anni.
Oltre a questo, vengono trattate altre questioni, come stoccaggio e misure compensative. In ogni caso, non c'è ancora scritto da nessuna parte dove saranno costruite materialmente le centrali, ma intanto il governo ha cominciato a mettere nero su bianco i parametri necessari a questo scopo. Le aree che risponderanno a questi parametri, saranno quelle in pole position per avere sul loro territorio una centrale. Al momento, sono previsti quattro nuovi impianti. E in ogni caso, si parla ancora di "macroaree", non di precise località. Le peculiarità su procedure autorizzative, così come i requisiti degli operatori, saranno dettate dall'agenzia per la Sicurezza nucleare, sulla base di dati predisposti da enti pubblici di ricerca (Ispra, Enea, università) e conterranno parametri su sismicità, caratteri fisici e geologici del territorio, accessibilità all'area, distanza dai centri abitati, infrastrutture, risorse idriche, valore paesaggistico e architettonico della zona. «Abbiamo tenuto come obiettivo prioritario - assicura il ministro Claudio Scajola - la sicurezza e la salute delle persone, la protezione dell'ambiente». Le misure compensative a favore di amministrazioni, popolazioni e imprese presenti nell'area dove verrà realizzato l'impianto saranno a carico delle imprese coinvolte nella costruzione e nell'esercizio delle centrali.
I benefici per gli enti locali interessati: si parte con un contributo di 3.000 euro a megawattora per il periodo della costruzione. Per un impianto Epr da 1.600 megawatt (quello scelto al momento dall'unico operatore presente, il consorzio Enel-Edf) si tratta di un bonus da 4,8 milioni di euro l'anno, che verrà diviso per il 40% agli enti locali e per il 60% alle persone residenti ed alle imprese operanti, «mediante riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell'Ici». Accanto a questo, un ulteriore beneficio da 0,4 euro per ogni megawattora di elettricità prodotta e immessa in rete. Per lo stesso impianto a pieno regime, si tratta di una cifra superiore a 5,1 milioni di euro l'anno. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l'impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai Comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 chilometri dall'impianto. Nel decreto si prevede che nel caso in cui la realizzazione o l'esercizio della centrale per qualunque ragione subisca un arresto definitivo, decadranno automaticamente i benefici riconosciuti a persone residenti, enti locali e imprese. Il provvedimento ora andrà all'esame della Conferenza Unificata (cioè tra Stato, Regioni e città) e al parere delle commissioni parlamentari, per poi tornare al Consiglio dei ministri per il varo definitivo. Nei tre mesi successivi, il Consiglio adotterà il documento di "strategia nucleare" con cui saranno delineati gli obiettivi strategici in materia. Poi, gli operatori interessati si faranno avanti con le proposte per la realizzazione degli impianti.
Il decreto prevede infine la realizzazione di un deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d'interesse da parte delle Regioni interessate e con l'intesa della Conferenza Unificata. Anche per il territorio che ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi sono previsti benefici economici.
a. qua.
23/12/2009 La Repubblica
energia elettrica
"Ok" al decreto per stabilire come e dove saranno costruite le centrali
ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo che stabilisce come distribuire sul territorio i nuovi impianti nucleari che,secondo i piani del governo, dovranno essere costruiti nei prossimi anni.
Oltre a questo, vengono trattate altre questioni, come stoccaggio e misure compensative. In ogni caso, non c'è ancora scritto da nessuna parte dove saranno costruite materialmente le centrali, ma intanto il governo ha cominciato a mettere nero su bianco i parametri necessari a questo scopo. Le aree che risponderanno a questi parametri, saranno quelle in pole position per avere sul loro territorio una centrale. Al momento, sono previsti quattro nuovi impianti. E in ogni caso, si parla ancora di "macroaree", non di precise località. Le peculiarità su procedure autorizzative, così come i requisiti degli operatori, saranno dettate dall'agenzia per la Sicurezza nucleare, sulla base di dati predisposti da enti pubblici di ricerca (Ispra, Enea, università) e conterranno parametri su sismicità, caratteri fisici e geologici del territorio, accessibilità all'area, distanza dai centri abitati, infrastrutture, risorse idriche, valore paesaggistico e architettonico della zona. «Abbiamo tenuto come obiettivo prioritario - assicura il ministro Claudio Scajola - la sicurezza e la salute delle persone, la protezione dell'ambiente». Le misure compensative a favore di amministrazioni, popolazioni e imprese presenti nell'area dove verrà realizzato l'impianto saranno a carico delle imprese coinvolte nella costruzione e nell'esercizio delle centrali.
I benefici per gli enti locali interessati: si parte con un contributo di 3.000 euro a megawattora per il periodo della costruzione. Per un impianto Epr da 1.600 megawatt (quello scelto al momento dall'unico operatore presente, il consorzio Enel-Edf) si tratta di un bonus da 4,8 milioni di euro l'anno, che verrà diviso per il 40% agli enti locali e per il 60% alle persone residenti ed alle imprese operanti, «mediante riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell'Ici». Accanto a questo, un ulteriore beneficio da 0,4 euro per ogni megawattora di elettricità prodotta e immessa in rete. Per lo stesso impianto a pieno regime, si tratta di una cifra superiore a 5,1 milioni di euro l'anno. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l'impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai Comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 chilometri dall'impianto. Nel decreto si prevede che nel caso in cui la realizzazione o l'esercizio della centrale per qualunque ragione subisca un arresto definitivo, decadranno automaticamente i benefici riconosciuti a persone residenti, enti locali e imprese. Il provvedimento ora andrà all'esame della Conferenza Unificata (cioè tra Stato, Regioni e città) e al parere delle commissioni parlamentari, per poi tornare al Consiglio dei ministri per il varo definitivo. Nei tre mesi successivi, il Consiglio adotterà il documento di "strategia nucleare" con cui saranno delineati gli obiettivi strategici in materia. Poi, gli operatori interessati si faranno avanti con le proposte per la realizzazione degli impianti.
Il decreto prevede infine la realizzazione di un deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d'interesse da parte delle Regioni interessate e con l'intesa della Conferenza Unificata. Anche per il territorio che ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi sono previsti benefici economici.
a. qua.