No al nucleare, rissa in Consiglio
Piero Rossano
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, 20 maggio 2009 BARI
Il documento Pdl via dall’aula per protesta. Il 28 manifestazione a Ostuni
Una lotta «non di galateo ma di popolo» per respingere anche la più remota eventualità che la Puglia possa divenire sede di impianti nucleari. Lo dice in un’infuocata riunione del Consiglio regionale il governatore Nichi Vendola. «Io che ho guidato la battaglia contro le scorie a Scanzano — argomenta — ho potuto leggere i piani di emergenza per gli incidenti rilevanti approntati per le altre centrali. La mia rabbia nasce da qui e assieme alle altre Regioni d’Italia non me ne starò fermo contro questa pericolosa deriva centralista».
Vendola parla prima di correre in aeroporto per il volo che lo porterà nel pomeriggio a Roma, dov’è atteso negli studi della trasmissione «Ballarò ». Proprio le modalità del suo intervento, che precede quello del portavoce dell’opposizione Rocco Palese subito dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pd Antonio Maniglio sul «NO fermo e determinato a qualunque ipotesi di installare in Puglia una centrale nucleare o un sito per lo smaltimento delle scorie radioattive », daranno la stura ad una feroce polemica. Il centrodestra infatti abbandona l’aula in segno di protesta per non aver potuto prendere la parola prima di lui. Risultato: la maggioranza resta e si approva per alzata di mano il documento di condanna, la minoranza va fuori e si precipita a tenere una conferenza stampa.
«Questo centrosinistra — tuona Palese — non ha il minimo rispetto dei regolamenti consiliari: non è mai accaduto che il presidente faccia le sue deduzioni prima che intervenga l’opposizione». «Non è così ed è facilmente dimostrabile— controbatte dieci metri più in là l’assessore all’Ambiente Michele Losappio —: Vendola è il governo ed il regolamento sostiene testualmente che nel dibattito il governo può intervenire quando vuole». Insomma, finisce in bagarre. E il vice segretario regionale del Pd, Michele Mazzarano accusa: «La destra ha gettato la maschera, infischiandosene della Puglia e mostrando solo subalternità verso il governo di Berlusconi».
Nino Marmo, ex assessore all’Agricoltura della Giunta Fitto, ha una sua lettura degli eventi. «Il Pd ed il presidente Vendola sono contro la maggioranza degli italiani che hanno compreso l’utilità del nucleare — rileva —. Tutto ciò serve solo alla campagna elettorale di Vendola e al Pd che non s’accorge di poterlo solo inseguire nelle sue scorribande elettorali». In conferenza stampa Palese appare sicuro di sé: «Giovedì — sostiene — sarà la conferenza Stato-Regioni ad occuparsi di nucleare. Lì sapremo ogni verità. Nessuno ha mai parlato di siti in Puglia, quelli di cui si vocifera fanno parte di un piano del ’70 superato dagli eventi». Ma è ancora l’assessore Losappio a rintuzzarlo: «All’ordine del giorno dell’appuntamento di Roma non c’è la parola nucleare». Il presidente del gruppo del Pd, Maniglio, incassa il successo e guarda oltre: «L’ordine del giorno approvato oggi risale a settembre. Seppur a prescindere da mappe di siti e programmi, è bene che la Puglia faccia sentire il suo no. Noi abbiamo un surplus di energia, abbiamo già dato». E’ il pensiero di tanti. Di sicuro di quelli che il 28 (e non più il 25) prenderanno parte alla manifestazione di protesta di Ostuni, promossa da Pd e ambientalisti e con la presenza annunciata della senatrice Anna Finocchiaro.
Piero Rossano
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, 20 maggio 2009 BARI
Il documento Pdl via dall’aula per protesta. Il 28 manifestazione a Ostuni
Una lotta «non di galateo ma di popolo» per respingere anche la più remota eventualità che la Puglia possa divenire sede di impianti nucleari. Lo dice in un’infuocata riunione del Consiglio regionale il governatore Nichi Vendola. «Io che ho guidato la battaglia contro le scorie a Scanzano — argomenta — ho potuto leggere i piani di emergenza per gli incidenti rilevanti approntati per le altre centrali. La mia rabbia nasce da qui e assieme alle altre Regioni d’Italia non me ne starò fermo contro questa pericolosa deriva centralista».
Vendola parla prima di correre in aeroporto per il volo che lo porterà nel pomeriggio a Roma, dov’è atteso negli studi della trasmissione «Ballarò ». Proprio le modalità del suo intervento, che precede quello del portavoce dell’opposizione Rocco Palese subito dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pd Antonio Maniglio sul «NO fermo e determinato a qualunque ipotesi di installare in Puglia una centrale nucleare o un sito per lo smaltimento delle scorie radioattive », daranno la stura ad una feroce polemica. Il centrodestra infatti abbandona l’aula in segno di protesta per non aver potuto prendere la parola prima di lui. Risultato: la maggioranza resta e si approva per alzata di mano il documento di condanna, la minoranza va fuori e si precipita a tenere una conferenza stampa.
«Questo centrosinistra — tuona Palese — non ha il minimo rispetto dei regolamenti consiliari: non è mai accaduto che il presidente faccia le sue deduzioni prima che intervenga l’opposizione». «Non è così ed è facilmente dimostrabile— controbatte dieci metri più in là l’assessore all’Ambiente Michele Losappio —: Vendola è il governo ed il regolamento sostiene testualmente che nel dibattito il governo può intervenire quando vuole». Insomma, finisce in bagarre. E il vice segretario regionale del Pd, Michele Mazzarano accusa: «La destra ha gettato la maschera, infischiandosene della Puglia e mostrando solo subalternità verso il governo di Berlusconi».
Nino Marmo, ex assessore all’Agricoltura della Giunta Fitto, ha una sua lettura degli eventi. «Il Pd ed il presidente Vendola sono contro la maggioranza degli italiani che hanno compreso l’utilità del nucleare — rileva —. Tutto ciò serve solo alla campagna elettorale di Vendola e al Pd che non s’accorge di poterlo solo inseguire nelle sue scorribande elettorali». In conferenza stampa Palese appare sicuro di sé: «Giovedì — sostiene — sarà la conferenza Stato-Regioni ad occuparsi di nucleare. Lì sapremo ogni verità. Nessuno ha mai parlato di siti in Puglia, quelli di cui si vocifera fanno parte di un piano del ’70 superato dagli eventi». Ma è ancora l’assessore Losappio a rintuzzarlo: «All’ordine del giorno dell’appuntamento di Roma non c’è la parola nucleare». Il presidente del gruppo del Pd, Maniglio, incassa il successo e guarda oltre: «L’ordine del giorno approvato oggi risale a settembre. Seppur a prescindere da mappe di siti e programmi, è bene che la Puglia faccia sentire il suo no. Noi abbiamo un surplus di energia, abbiamo già dato». E’ il pensiero di tanti. Di sicuro di quelli che il 28 (e non più il 25) prenderanno parte alla manifestazione di protesta di Ostuni, promossa da Pd e ambientalisti e con la presenza annunciata della senatrice Anna Finocchiaro.
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