martedì 17 giugno 2008

Siti e scorie Scajola per tempi rapidi

Siti e scorie Scajola per tempi rapidi

Il Sole 24 Ore del 17 giugno 2008, pag. 13

di Federico Rendina

Una prima mappa, magari provvisoria e "mediabile", dei posti dove piazzare le nuove centrali nucleari italiani da elaborare entro fine anno. E intanto, per fine mese, i criteri per individuare il sito unico di superficie per lo stoccaggio delle nostre scorie radioattive vecchie e nuove. Ma subito, già domani, arriveranno le norme "facilitatrici" per l’atomo elettrico, ma anche per le altre infrastrutture energetiche ritenute critiche per il destino del nostro Paese, a partire dai rigassificatori che dovrebbero differenziare l’import di metano. Per dissodare ostacoli e rifiuti, perplessità e timori, ecco dunque uno sconto «significativo» sulle bollette di chi s i ritroverà nelle vicinanze delle nuove strutture energetiche. Che verranno comunque piazzate solo dopo un confronto per far «condividere e capire» alla popolazione la loro utilità.

Prende forma la ricetta energetica del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, che conferma così l’intenzione di avviare subito la pianificazione delle nuove centrali nucleari ricorrendo alla tecnologia più avanzata disponibile. Bando alle chimere della quarta generazione, che promette grandi vantaggi (riciclo delle scorie come nuovo carburante, sicurezza intrinseca e efficienza-economicità moltiplicata per dieci) ma non prima di 15-20 anni.

La strategia governativa punta quindi sulla "terza generazione evoluta", ovvero quella che deriva dalle esperienze già in atto in Francia con la costruzione della centrale Epr di Flamanville, e in Finlandia con i lavori per la centrale di Olkiluoto che il nostro Governo intende prendere ad esempio anche sul versante delle alchimie finanziarie: per superare il problema degli altissimi investimenti iniziali í finlandesi hanno messo a punto un modello di cooperazione con impegni pluriennali tra produttori, finanziatori e consorzi di consumatori attraverso contratti take or pay a prezzo prefissato.

Il giorno della verità scatterà già domani, nel Consiglio dei ministri che dovrebbe esaminare la prima bozza del provvedimento di facilitazione del nucleare e dei rigassificatori. Con grande attenzione alle promesse più volte formulate ma anche qualche strizzata d’occhio all’opposizione, visto che il percorso delineato per le scorie radioattive conferma il decreto varato dall’ex titolare dello Sviluppo, Pier Luigi Bersani: entro giugno, appunto, i criteri per un sito unico di superficie inserito in un centro di ricerca sulle tecnologie nucleari. Anche questo - anticipano gli uomini di Scajola - da oliare con le facilitazioni territoriali previste per centrali atomiche e rigassificatori, sulla base di un percorso che sarà discusso venerdì dal gruppo di lavoro Stato-Regioni istituito con il decreto di Bersani.

Per l’Italia strangolata dai costi e dalla dipendenza del "tutto gas" qualcosa si muove davvero? Scettico il leader del Pd, Walter Veltroni. La campagna nuclearista del Governo è «uno spot, una cosa improvvisata, in un Paese che fa fatica a trovare una discarica». Perplessità arrivano anche dagli scienziati: in 1.200 hanno firmato un appello contro il ritorno del nucleare.

Incitano invece i massimi rappresentanti delle nostre imprese, ieri faccia a faccia con Scajola nell’assemblea della Federchimica. Nucleare «irrinunciabile», così come i rigassificatori, nel quadro di una politica energetica - incalza il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - che sappia calibrare il necessario sviluppo delle rinnovabili «senza però rincorrere obiettivi irrealistici», che rischiano di drenare energie e risorse necessarie alle altre fonti. Perché «il risparmio energetico può essere un driver per l’innovazione», ma per fronteggiare in tempi compatibili le necessità di tutela dell’ambiente garantendo energia a costi meno punitivi «non c’è altra strada che il ritorno al nucleare».

Di più. Mentre il nuovo nucleare italiano tenterà il decollo, «ci vogliono interventi d’impatto immediato» per attutire gli extracosti imposti alle nostre imprese energivore, afferma Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica. Che in assonanza con Emma Marcegaglia chiede tra l’altro una decisa revisione dei meccanismi della Borsa elettrica, rimuovendone «le limitazioni, come l’assenza di un mercato a termine, rendendo possibili i contratti di lungo periodo».

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